Kuwait. Mons. Ballin: no alla proposta di legge che limita nuovi luoghi di culto cristiani
Desta preoccupazione nella comunità cristiana in Kuwait una recente proposta di legge
che vuole limitare la costruzione di nuovi luoghi di culto cristiani nel Paese. La
proposta è stata presentata lo scorso febbraio dal nuovo partito islamista al-Adala
(Partito della Giustizia) che vorrebbe anche introdurre la Sharia e altre misure contro
la corruzione per rafforzare l’unità nazionale. Critico il vicario apostolico mons.
Camillo Ballin. In un’intervista all’agenzia Cns il presule italiano afferma che,
se approvato, il provvedimento “creerà problemi”. Secondo mons. Ballin la misura è
in contrasto con la tradizione di tolleranza e apertura alle altre religioni del Kuwait
ed è “il frutto di ideologie che vogliono dividere il mondo tra musulmani e non musulmani”.
Inoltre, l’argomento addotto da al-Adala, secondo cui ci sono più chiese che cristiani
in Kuwait, è infondato in quanto prende in considerazione solo i pochi cristiani kuwaitiani
e non tutta la comunità cristiana, che comprende molti lavoratori stranieri. “Quando
la pratica religiosa è tutelata, anche la vita sociale è più semplice: quindi perché
i fedeli stranieri non possono avere un luogo di culto?”, ha osservato il presule.
“Noi – ha aggiunto - vogliamo collaborare con il Governo per migliorare la società
kuwatiana. Ma per fare questo abbiamo bisogno di potere assicurare una continua formazione
religiosa dei nostri fedeli e questo richiede spazio, tempo e personale”. "Il mondo
sta diventando un unico grande villaggio, dove non possiamo separare le persone e
le religioni", ha inoltre sottolineato mons. Ballin, confermando che, anche per sua
esperienza personale, le minoranze cristiane sono da sempre rispettate in Kuwait.
La Chiesa cattolica nell’Emirato conta oggi più di 350.000 fedeli stranieri, pari
al 6% della popolazione complessiva. (L.Z.)