Ventotto i morti, fra cui 22 bambini, nello schianto del pullmann in Svizzera.
Il cordoglio del Papa
Cordoglio nel mondo per i 28 morti, fra cui 22 bambini, nell’incidente del pullman
su cui viaggiavano, avvenuto ieri sera nel sud della Svizzera. Una veglia di preghiera
si tiene stasera nella cattedrale di Lovanio in Belgio: a presiederla l'arcivescovo
di Malines-Bruxelles André-Joseph Léonard accompagnato dal nunzio apostolico in Belgio,
mons. Giacinto Berloco. Durante la veglia, la lettura del messaggio di cordoglio di
Benedetto XVI alle famiglie delle vittime e a tutte le persone coinvolte dalla tragedia.
Nell’incidente sono rimasti uccisi anche i due autisti dell’automezzo e, dei 24 bambini
rimasti feriti, molti sono gravi e 3 sono in coma. In Belgio è stata indetta una Giornata
di lutto nazionale. Il servizio di Debora Donnini:
Stavano
tornando a casa dopo una settimana bianca in Svizzera, i bambini di soli 12 anni vittime
dell’incidente di ieri sera. Il pullman, su cui viaggiavano le due scolaresche belghe,
si è schiantato contro la parete di una galleria nel cantone del Vallese, nei pressi
di Sierre. I morti sono 28, fra cui 22 bambini. Tra le vittime anche 7 cittadini olandesi.
A bordo, in tutto, 52 persone. Un problema 'tecnico', un malore del conducente o un
errore umano: sono le tre ipotesi al vaglio degli inquirenti che escludono l’alta
velocità o un’interazione con un altro veicolo. Per tutta la notte 200 soccorritori
hanno lottato per salvare vite umane: non abbiamo mai visto niente di simile, raccontano.
Un gruppo di genitori delle vittime provenienti dalle cittadine di Lommel e Heverlee,
nelle Fiandre, è arrivato a Sion, assieme al premier belga Elio Di Rupo che parla
di un giorno tragico per il Belgio e ringrazia per i soccorsi. Sono intanto rientrati
a casa gli altri 80 bambini che si trovavano sui due pullman che viaggiavano assieme
a quello coinvolto nello schianto.
E il vescovo di Hasselt, Patrick Hoogmartens,
si è recato questa mattina nella scuola di Lommel: Marie Duhamel lo ha intervistato: R. – Mi sono recato
nella scuola per parlare con i genitori dei bambini prima che partissero per la Svizzera.
E’ stato un incontro senza tante parole, le persone piangevano … Alcuni di loro mi
dicevano: “Dove è Dio?”. Io ho risposto che la mia certezza è che Dio è presente anche
in questo momento nel loro cuore. Una donna mi ha detto che adesso possiamo soltanto
pregare. Io spero che la fede possa aiutare i genitori, le famiglie e anche le due
scuole. Sono contento che ci sia l’aiuto di tante persone.