Siria. Russia e Cina cambiano rotta. L'Italia sospende l'attività dell'ambasciata
a Damasco
La Siria continua ad essere terreno di scontri. Secondo fonti locali l'esercito, dopo
un assedio di quattro giorni, ha assunto il pieno controllo della città di Idlib,
nel nord del Paese. Scontri sarebbero in corso anche a Damasco e nella città meridionale
di Deraa, cuore della ribellione. In questo scenario risultano anche dispersi un giornalista
e un cameraman turchi. Proprio Ankara conferma che nel Paese c'è stato un afflusso
di 5mila profughi in due settimane. Intanto tre attivisti del Gruppo di lavoro nazionale
per la liberazione della Siria, una forza dell'opposizione affiliata al Consiglio
nazionale siriano (Cns), hanno annunciato le loro dimissioni dal Cns, giudicato incapace
di rappresentare le aspirazioni del popolo siriano. Sul fronte internazionale Russia
e Cina fanno sapere di non essere schierati in favore del regime, ma del principio
di giustizia internazionale; l'Italia ha sospeso oggi l'attività della propria Ambasciata
a Damasco e avviato il rimpatriato dello staff della sede diplomatica. Itanto sul
tavolo delle Nazioni Unite è arrivata la risposta del presidente Assad al tentativo
di mediazione dell’inviato Onu-Lega Araba per la Siria Kofi Annan. Massimiliano
Menichetti ha raccolto il commento di Claudio Lo Jacono presidente dell’Istituto
per l’Oriente:
R. – Sono piuttosto
pessimista sul documento presentato da Assad, che mi sembra più un tentativo di uscire
da un accerchiamento, nel quale progressivamente si è chiuso il regime siriano, che
un iniziativa ispirata alla buona volontà. Il presidente siriano ha avuto mille occasioni
per arrivare ad un accordo, già nelle discussioni nell’ambito della Lega degli Stati
arabi. Il fatto che ora esca con questo documento può essere sicuramente ispirato
ad una certa sincerità, ma vorrebbe dire che le cose sono messe molto male per lui;
altrimenti è una delle tante mosse per guadagnare tempo e per allontanare da sé le
accuse dell’opinione pubblica internazionale.
D. – Il presidente Assad ha anche
annunciato nuove elezioni legislative per il 7 maggio prossimo...
R. – Una
mossa che non ha alcun senso logico. Queste elezioni, la mancanza di libertà, di movimento,
di espressione sono inconciliabili. Le elezioni ancora una volta sono una mossa propagandistica
per chetarein qualche modo l’opinione pubblica, che ormai ha di fronte a sé
cifre da capogiro, confermate dalle stesse fonti arabe: da un minimo di ottomila morti,
fino a diecimila morti, molti di più di quanti ne abbia avuti negli scontri con Israele
negli ultimi tempi. Sono totalmente d’accordo con il commento fatto negli Stati Uniti,
cioè che questo tentativo di indire delle elezioni, in un clima di guerra civile,
ormai aperta, conclamata, non ha senso. Non si tratta più di terroristi, ma si tratta
ormai chiaramente di un’insurrezione di una parte della popolazione sunnita contro
un regime fortemente ispirato, anche ideologicamente, religiosamente, al gruppo alawita
che è al potere da tanti decenni in Siria.
D. – Russia e Cina in queste ore,
in sostanza, si sono dette d’accordo sul fatto che sia il popolo a dover decidere
il futuro del Paese. Un cambiamento di rotta rispetto alle posizioni caute di qualche
tempo fa...
R. – E’ un segno effettivamente di cambiamento. Si stanno rendendo
conto che possono guadagnare in simpatia e solidarietà solo presso Assad. Tutto il
mondo arabo, come la Lega araba e il mondo islamico, sta andando contro il regime
al potere e mi sembra che sia un atto di real politik prendere atto di questo e cercare
di cambiar rotta rispetto alle posizioni filo regime finora espresse. (ap)