2012-03-14 14:11:38

Pakistan: petizione all'Onu per Asia Bibi. Un’altra cristiana accusata di blasfemia


Nel giorno in cui in Pakistan un'altra giovane donna viene accusata di blasfemia, alle Nazioni Unite 50 attivisti per i diritti umani e personalità politiche di primo piano - fra cui un ex presidente dell'Assemblea Onu - lanciano una petizione al governo di Islamabad per la liberazione di Asia Bibi. Cristiana e madre di cinque figli, nel novembre 2010 Asia è stata condannata a morte in base alla "legge nera" ed è in attesa della sentenza di appello, rinchiusa in isolamento nel carcere femminile di Sheikhupura (nel Punjab). Per la sua liberazione si sono mobilitati anche il governatore del Punjab Salman Taseer e Shahbaz Bhatti, ministro per le Minoranze religiose: entrambi sono stati assassinati lo scorso anno, per mano degli estremisti islamici. Anche Benedetto XVI ha lanciato un appello per la liberazione di Asia Bibi, provata nel fisico e nel morale dalla lunga prigionia. Al Palazzo delle Nazioni di Ginevra in Svizzera, sede europea della rappresentanza Onu, è in corso la 19ma sessione del Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, che si concluderà il 23 marzo prossimo. La petizione è stata illustrata ieri a oltre 400 attivisti per i diritti umani dalla giornalista di France 24 Anne-Isabelle Tollet, autrice del libro "Blasfema", in cui si racconta la storia di Asia Bibi. Fra i firmatari del documento in cui si invoca "l'urgente liberazione" della donna cristiana, vi sono anche Jan Kavan, presidente dell'Assemblea generale Onu nel 2002-3; l'attivista cinese Yang Jianli, prigioniera di coscienza e sopravvissuta al massacro di piazza Tiananmen; Christina Fu presidente di New Hope Foundation. Il documento denuncia anche le infime condizioni della cella in cui è rinchiusa la donna, che "può toccare le due pareti solo allungando le braccia". Da ultimo, i firmatari evidenziano gli abusi commessi in base alla "legge nera", pretesto per colpire rivali in affari e minoranze etniche e religiose. In conclusione, l'appello al governo della Repubblica islamica del Pakistan a "liberare Asia Bibi". Intanto in Pakistan un'altra giovane donna cristiana è stata accusata di blasfemia. La polizia del distretto di Bahawalnagar, a Lahore, ha incriminato la 26enne Shamim, madre di una bambina di cinque mesi, per "insulti al profeta Maometto". Il fatto è avvenuto lo scorso 28 febbraio, ma è emerso solo ieri mentre la giovane è ancora sotto la custodia delle forze dell'ordine. Secondo la famiglia, Shamim è stata "ingiustamente accusata" perché avrebbe rifiutato di convertirsi all'islam. La resistenza opposta ha spinto un gruppo di parenti - che di recente hanno abbracciato la fede di Maometto - a denunciarla in base alla "legge nera". (R.P.)







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