2012-03-14 14:13:22

Nepal. Mons. Sharma: per combattere la corruzione urge una nuova Costituzione


Il futuro politico del Nepal potrà essere roseo se “si contrastano efficacemente la corruzione e il clientelismo della politica, se le forze in campo si uniscono per il bene comune. Urge superare l’impasse e accordarsi per terminare i lavori della nuova costituzione, che tuteli i diritti e le libertà di tutti”: è quanto afferma, in un colloquio con l’agenzia Fides, il vicario apostolico del Nepal, mons. Anthony Sharma, mentre l’Assemblea costituente è impegnata nella redazione della costituzione. La Carta, dopo numerosi rinvii, dovrà essere ultimata entro la fine di maggio 2012, ridisegnando l’architettura dello Stato e le norme fondamentali. Sulla situazione politica, il vicario nota che “il nuovo Primo Ministro, Baburam Bhattarai, ha avuto una formazione cristiana, è persona di solidi valori morali e questo fa ben sperare per il futuro della nazione”. Ma, continua, “il problema è la coalizione che governa, fin troppo composita, e l’eccessiva frammentazione delle forze politiche: in un Paese piccolo abbiamo oltre 600 parlamentari e un esecutivo elefantiaco”. L’azione politica, nota mons. Sharma, è spesso viziata da “corruzione e clientelismo”, mentre “la società civile si lamenta che ben poco denaro pubblico finisce in sviluppo, lavoro, occupazione, aiuti alle famiglie”. Il Primo Ministro è condizionato – prosegue l’analisi del vicario – “perché tutti i partiti politici fanno il loro gioco, ma lo scopo sembra il potere e non l'impegno a migliorare le condizioni del popolo. Il desiderio sfrenato di potere e ricchezza è l’handicap più grave per il Paese”. Un passo urgente in questa fase, secondo il vescovo, è quello di ultimare la redazione della Costituzione. “L’opera è frenata dalle richieste dei partiti, condizionata dai piccoli gruppi: ognuno vuole ritagliarsi un suo piccolo spazio di potere. Vi sono altri tre mesi di tempo, ma molti sono pessimisti. La Corte Suprema ha stabilito che non vi potranno essere nuove proroghe. Se il lavoro non sarà ultimato, si aprirebbe una fase di grave incertezza e instabilità per il Paese: siamo molto preoccupati. La gente ha perso la pazienza e chiede un sussulto di coscienza alla politica”. Nella costituzione, ricorda il vicario, “la Chiesa ha chiesto la libertà religiosa, la laicità dello Stato, il rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo”. Tale fase di impasse politica e sociale, conclude, “ha un forte impatto sulla società. I prezzi sono molto alti, i salari sono bassi, povertà e scarso sviluppo affliggono il popolo. La Chiesa è impegnata nel sociale, insieme con le Ong locali, soprattutto per donne e bambini, in aree dove spesso i programmi di assistenza statale non arrivano”. (R.P.)







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