Mons. Frisina, la Divina Commedia non è intollerante
"Dante ha sempre scatenato
grandi passioni anche perché lui stesso era un uomo di grandi passioni. Il testo
di Dante è onnicomprensivo di tutta la cultura del Medioevo e contiene perciò anche
elementi datati, ma dal contenuto eterno. E' la teologia cristiana fatta poesia.
Io capisco certe reazioni ma sono le stesse reazioni che possono esserci a volte di
fronte al Magistero della Chiesa". Così Mons. Marco Frisina - Presidente della
Commissione di Arte Sacra della diocesi di Roma, maestro compositore che ha musicato
la Divina Commedia portando in scena dal 2007 uno spettacolo altamente suggestivo
con musiche che spaziano dai canti gregoriani fino al blues e al rock - commenta la
richiesta del gruppo 'Gherush92' di bandire l'opera del sommo poeta dalle scuole
perché ritenuta antisemita, islamofoba, omofoba, razzista. "Non c’è intolleranza
nella Divina Commedia. Basti considerare che Dante, in pieno periodo di crociate,
mette il saladino tra gli spiriti magni del Limbo oppure grandi autori come Avicenna
o filosofi del mondo arabo non nell’Inferno ma proprio in quel Limbo insieme ad altri
uomini dell’Occidente. Io credo che Dante davvero – come sottolinea il cardinal
Ravasi – è un nodo d’oro che unisce le culture. Perché in lui poesia, cultura, storia
e umanità, nel senso più alto del termine, si incontrano. Credo che chi vorrebbe
bandirlo - prosegue il M° Frisina - non conosca davvero Dante e non abbia letto davvero
il poema. In modo strumentale e con un pò di superficialità si colpisce la cultura
cristiana nei suoi aspetti così sublimi, come è il caso di Dante. E’ facile accusare
di omofobia Dante ma bisognerebbe allora accusare di omofobia l'intera cultura dell’Occidente.
E’ interessante peraltro constatare con quanta attenzione umana Dante guarda alle
anime del Purgatorio o ai dannati. E quanta compassione esprime nei confronti di grandi
peccatori. L'incontro con loro lo porta davvero alla commozione. Non è dunque pensabile
usare dei criteri contemporanei di fronte a un mondo, come quello medievale, che in
Dante trova un esponente in realtà così illuminato e aperto". Sulla necessità di rendere
più stimolante l'insegnamento di Dante a scuola, Mons. Frisina ricorda alcuni aneddoti
tratti dalla messa in scena de La Divina Commedia. L'Opera. " Quando lo spettacolo
rimase a Roma per quattro mesi consecutivi, abbiamo registrato la presenza di 80mila
studenti. Giovanissimi anche, delle elementari e delle medie. Erano letteralmente
affascinati. Certo, era la mediazione della musica che li prendeva molto, ma in fondo
era Dante stesso che li rapiva. Ricordo che realizzarono anche dei brevi temi o dei
disegni, notando dei particolari danteschi inaspettati, proprio perché l'autore fiorentino
gli veniva offerto in maniera comprensibile e coinvolgente. Perché Dante, in ultima
analisi, riesce a toccare il cuore dei giovani". (di Antonella Palermo)