Il Papa benedice la campana del Congresso eucaristico di Dublino. Intervista con mons.
Martin
Un rintocco per chiamare idealmente i cattolici al prossimo Congresso eucaristico
internazionale di Dublino. Dopo l’udienza generale, Benedetto XVI ha voluto suonare
personalmente la campana simbolo della 50.ma assise eucaristica, in programma nella
capitale irlandese dal 10-17 giugno. A presentare la campana al Papa è stata una delegazione
del Congresso, guidata dall’arcivescovo di Dublino, mons. Diarmuid Martin.
Philippa Hitchen, della nostra redazione inglese, lo ha intervistato:
R. – La campana
è quella che nei Paesi, e anche nelle città, convoca le persone: suona la campana
e la gente è invitata, convocata, a venire, lasciando la vita quotidiana per un momento
di preghiera, di raccoglimento. Questo per noi è ciò che il Congresso eucaristico
dovrebbe fare nell’Irlanda di oggi: convocare le persone per un momento di rinnovamento
spirituale, di rinnovamento della Chiesa irlandese. L’udienza di questa mattina dal
Papa è anche un invito che va oltre i confini irlandesi, va alle altre Chiese, perché
vengano per piccoli o grandi pellegrinaggi. E’ importante perché è un simbolo del
sostegno, della solidarietà delle Chiese in diverse parti del mondo per la Chiesa
in Irlanda, che ha attraversato un periodo difficile, ma che sta andando verso un
periodo di rinnovamento. Il pellegrinaggio della campana – che ha visitato tante scuole,
le isole, le parrocchie, le case di riposo per gli anziani – è cominciato esattamente
un anno fa, in occasione della festa di San Patrizio. Due anni fa è stata pubblicata
la lettera del Santo Padre ai cattolici irlandesi. I due processi di rinnovamento
vanno insieme: quello interno alla Chiesa e la preparazione per il Congresso eucaristico.
Il Congresso non è un evento che comincia il 10 giugno e finisce il 17 giugno, ma
è un periodo di rinnovamento che è già cominciato e continuerà dopo.
D. – Quindi,
si tratta di un momento di riconciliazione, in un periodo molto difficile per la Chiesa,
che in qualche modo richiama anche l’altro Congresso, quello di Dublino nel ’32…
R.
– Noi abbiamo celebrato il Congresso eucaristico del 1932 dieci anni dopo una guerra
civile in Irlanda, molto brutale, che ha diviso comunità e famiglie. Il mio predecessore,
nella sua veste di arcivescovo, ha cercato di evitare la guerra e si è impegnato a
parlare con le diverse parti. Quella mediazione, però, fallì. Il Congresso del 1932
è stato allora un momento di grande riconciliazione della società. La nostra speranza
è che anche in questa occasione il Congresso sia un momento di riconciliazione, di
rinnovamento, per cercare di non abbandonare o negare il passato, ma creare un nuovo
tipo di futuro. (ap)