Nigeria: nuove violenze dopo gli attacchi alle chiese di Jos. Ai nostri microfoni
l’arcivescovo della città, mons. Kaigama
Ancora clima di violenza in Nigeria dopo gli attacchi di domenica scorsa contro due
chiese a Jos, nel nord del Paese, che hanno provocato oltre 20 vittime e ai quali
è seguita la rappresaglia delle comunità colpite. Intanto nel Paese continuano le
scorribande armate dalla setta islamica Boko Haram. Anche ieri nuovi gravi episodi.
Ce ne parla Giulio Albanese:
E sulla convivenza
tra cristiani e musulmani in Nigeria in questo periodo di drammatiche violenze Alessandro
Gisotti ha raccolto il commento dell’arcivescovo di Jos, mons. Ignatius Kaigama:
R. - La situazione
è ancora grave: a Jos ci sono tanti morti e feriti. A distanza di due settimane, lo
stesso gruppo ha attaccato un’altra chiesa. Pensavamo che il peggio fosse finito,
ed invece ci siamo ritrovati a rivivere questo momento di dolore. I giovani e gli
adulti sono agitati, c’è frustrazione, perché questo evento si è ripetuto per la seconda
volta. Dipendiamo dal governo: il governo deve fare qualcosa, deve trovare la soluzione
per porre fine, in maniera definitiva, a questa situazione!
D. - Questi attentati
di "Boko Haram" rischiano anche di aprire una tensione tra musulmani e cristiani?
R.
- Tra musulmani e cristiani c’è sempre tensione. Però, quello del "Boko Haram" è un
fenomeno nuovo, poiché queste persone, non pensano in modo razionale, attaccano come
animali ed uccidono; non hanno valori umani. È un livello di fanatismo che dobbiamo
affrontare tutti noi, leader cristiani e leader musulmani insieme. Sono convinto che
ci sono musulmani che non hanno niente a che fare con questo gruppo fanatico. Ed io
continuo a ripetere che dobbiamo parlare, dobbiamo cercare di risalire alle ragioni
di questa violenza, dobbiamo continuare a dialogare e predicare l’amore e la riconciliazione.
D.
- Al governo invece si chiede di garantire la sicurezza…
R. - Ieri sera, il
governo dello Stato di Plateau, il capo della polizia ed altre personalità importanti
del governo sono venute da me. Abbiamo parlato a lungo su come poter affrontare questa
situazione. È compito loro cercare di trovare una soluzione, perché loro hanno i mezzi
per poter affrontare la situazione. Hanno le agenzie di sicurezza, le risorse. Sono
convinto che il governo e le agenzie di sicurezza - se collaboreranno - insieme troveranno
una soluzione alla vicenda. (bi)