2012-03-13 08:07:15

Nigeria: nuove violenze dopo gli attacchi alle chiese di Jos. Ai nostri microfoni l’arcivescovo della città, mons. Kaigama


Ancora clima di violenza in Nigeria dopo gli attacchi di domenica scorsa contro due chiese a Jos, nel nord del Paese, che hanno provocato oltre 20 vittime e ai quali è seguita la rappresaglia delle comunità colpite. Intanto nel Paese continuano le scorribande armate dalla setta islamica Boko Haram. Anche ieri nuovi gravi episodi. Ce ne parla Giulio Albanese: RealAudioMP3

E sulla convivenza tra cristiani e musulmani in Nigeria in questo periodo di drammatiche violenze Alessandro Gisotti ha raccolto il commento dell’arcivescovo di Jos, mons. Ignatius Kaigama: RealAudioMP3
R. - La situazione è ancora grave: a Jos ci sono tanti morti e feriti. A distanza di due settimane, lo stesso gruppo ha attaccato un’altra chiesa. Pensavamo che il peggio fosse finito, ed invece ci siamo ritrovati a rivivere questo momento di dolore. I giovani e gli adulti sono agitati, c’è frustrazione, perché questo evento si è ripetuto per la seconda volta. Dipendiamo dal governo: il governo deve fare qualcosa, deve trovare la soluzione per porre fine, in maniera definitiva, a questa situazione!

D. - Questi attentati di "Boko Haram" rischiano anche di aprire una tensione tra musulmani e cristiani?

R. - Tra musulmani e cristiani c’è sempre tensione. Però, quello del "Boko Haram" è un fenomeno nuovo, poiché queste persone, non pensano in modo razionale, attaccano come animali ed uccidono; non hanno valori umani. È un livello di fanatismo che dobbiamo affrontare tutti noi, leader cristiani e leader musulmani insieme. Sono convinto che ci sono musulmani che non hanno niente a che fare con questo gruppo fanatico. Ed io continuo a ripetere che dobbiamo parlare, dobbiamo cercare di risalire alle ragioni di questa violenza, dobbiamo continuare a dialogare e predicare l’amore e la riconciliazione.

D. - Al governo invece si chiede di garantire la sicurezza…

R. - Ieri sera, il governo dello Stato di Plateau, il capo della polizia ed altre personalità importanti del governo sono venute da me. Abbiamo parlato a lungo su come poter affrontare questa situazione. È compito loro cercare di trovare una soluzione, perché loro hanno i mezzi per poter affrontare la situazione. Hanno le agenzie di sicurezza, le risorse. Sono convinto che il governo e le agenzie di sicurezza - se collaboreranno - insieme troveranno una soluzione alla vicenda. (bi)











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