L’acqua, bene comune mondiale, no all'approccio mercantilistico. Santa Sede al Forum
di Marsiglia
Oltre un miliardo di persone nel mondo non ha accesso all’acqua potabile. E, secondo
l'Ocse, la domanda mondiale di acqua aumenterà del 55% da qui al 2050. Della prima
risorsa vitale per l’uomo si parla, da oggi, alla sesta edizione del Forum mondiale
dell'acqua, che per una settimana riunisce a Marsiglia, in Francia, rappresentanti
politici, enti locali, aziende, organizzazioni ambientaliste e di cooperazione. Per
la Santa Sede partecipa la delegazione del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace.
Nel contributo presentato si legge tra l'altro che la comunità internazionaleè chiamata
ad "adottare modalità innovative di finanziamento", tra cui "un’eventuale tassazione
sulle transazioni finanziarie". Degli altri principi espressi ci parla, nell'intervista
di Fausta Speranza, mons. Mario Toso, segretario del Dicastero stesso:
R. – Innanzitutto
dobbiamo dire che l’acqua è un bene essenziale per la vita e per la sua stessa natura,
dunque non può essere trattata come una merce tra le altre, il suo uso deve essere
razionale e solidale. Poi, il contributo della Santa Sede: una visione, un comportamento
che sia eccessivamente mercantile, può portare a programmare investimenti per infrastrutture
solo in zone dove appare redditizio realizzarle, ossia dove appare proficuo, dove
abitano numerose persone. C’è il rischio di non percepire i propri fratelli e sorelle
come esseri umani aventi il diritto a un’esistenza dignitosa bensì di considerarli
come semplici clienti. Un tale approccio mercantilistico induce a creare, in alcuni
casi, una dipendenza non necessaria da reti, da procedure, da burocrazie e predispone
a fornire l’acqua solo a chi è in grado di pagarla. Altro limite dell’approccio mercantile
della gestione dell’acqua e di altre risorse naturali, evidentemente, è quello di
curare e salvaguardare l’ambiente assumendosi le proprie responsabilità, solo se e
quando ciò è economicamente conveniente.
D. – In definitiva, da questo Forum
può emergere un appello alla comunità internazionale intera a gestire l’acqua in un
certo modo…
R. – Potremmo lanciare questo appello: passare dalle parole ai
fatti. In effetti, lo slogan del Forum è: “E’ tempo di soluzioni”. Non potrebbe essere
più adeguato, secondo il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace che sente
la necessità dopo i precedenti incontri – Kyoto, Messico, Istanbul - di vedere finalmente
prese decisioni concrete anche perché l’acqua ha un ruolo fondamentale nello sviluppo
dei popoli. L’appello che la Santa Sede fa, si traduce nella sollecitazione concreta
ad attivare una governance internazionale che è richiesta dal bene comune mondiale.
Tale governance implica un’opera di monitoraggio degli Stati rispetto agli impegni
assunti, il potenziamento della cooperazione sul piano scientifico tecnologico, manageriale;
comprende inoltre autorità a livello regionale e transfrontaliero, corti di giustizia
abilitate alla ricezione di reclami; non si deve escludere anche il potenziamento
dell’Unep, l’agenzia Onu per la protezione dell’ambiente.
D. – Una riflessione.
Si parla di acqua e ci viene da parlare di solidarietà, ma anche di sussidiarietà:
c’è qualcosa che dal basso si può muovere?
R. – Io credo di sì. Penso che è
la società civile la prima responsabile dell’acqua, del bene comune che è l’acqua,
o anche bene pubblico. La società civile per raggiungere meglio i propri fini organizza
la comunità politica, la società politica, e questa normalmente gestisce i beni a
fine di bene comune. Se però avviene che i rappresentanti politici, la società politica
non gestiscono questi beni in maniera universale, cioè prende l’accesso per tutti,
la società civile è chiamata a mobilitarsi e a sollecitare l’autorità politica ad
agire conseguentemente, cioè rispettando il diritto all’acqua come un diritto per
tutti e ponendone una gestione che, pur coinvolgendo privati, faccia sì che questi
siano vigilati, sorvegliati e orientati ad una gestione conforme alle esigenze del
bene comune che è il bene di tutti. (bf)