2012-03-12 14:30:54

L’acqua, bene comune mondiale, no all'approccio mercantilistico. Santa Sede al Forum di Marsiglia


Oltre un miliardo di persone nel mondo non ha accesso all’acqua potabile. E, secondo l'Ocse, la domanda mondiale di acqua aumenterà del 55% da qui al 2050. Della prima risorsa vitale per l’uomo si parla, da oggi, alla sesta edizione del Forum mondiale dell'acqua, che per una settimana riunisce a Marsiglia, in Francia, rappresentanti politici, enti locali, aziende, organizzazioni ambientaliste e di cooperazione. Per la Santa Sede partecipa la delegazione del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace. Nel contributo presentato si legge tra l'altro che la comunità internazionaleè chiamata ad "adottare modalità innovative di finanziamento", tra cui "un’eventuale tassazione sulle transazioni finanziarie". Degli altri principi espressi ci parla, nell'intervista di Fausta Speranza, mons. Mario Toso, segretario del Dicastero stesso: RealAudioMP3

R. – Innanzitutto dobbiamo dire che l’acqua è un bene essenziale per la vita e per la sua stessa natura, dunque non può essere trattata come una merce tra le altre, il suo uso deve essere razionale e solidale. Poi, il contributo della Santa Sede: una visione, un comportamento che sia eccessivamente mercantile, può portare a programmare investimenti per infrastrutture solo in zone dove appare redditizio realizzarle, ossia dove appare proficuo, dove abitano numerose persone. C’è il rischio di non percepire i propri fratelli e sorelle come esseri umani aventi il diritto a un’esistenza dignitosa bensì di considerarli come semplici clienti. Un tale approccio mercantilistico induce a creare, in alcuni casi, una dipendenza non necessaria da reti, da procedure, da burocrazie e predispone a fornire l’acqua solo a chi è in grado di pagarla. Altro limite dell’approccio mercantile della gestione dell’acqua e di altre risorse naturali, evidentemente, è quello di curare e salvaguardare l’ambiente assumendosi le proprie responsabilità, solo se e quando ciò è economicamente conveniente.

D. – In definitiva, da questo Forum può emergere un appello alla comunità internazionale intera a gestire l’acqua in un certo modo…

R. – Potremmo lanciare questo appello: passare dalle parole ai fatti. In effetti, lo slogan del Forum è: “E’ tempo di soluzioni”. Non potrebbe essere più adeguato, secondo il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace che sente la necessità dopo i precedenti incontri – Kyoto, Messico, Istanbul - di vedere finalmente prese decisioni concrete anche perché l’acqua ha un ruolo fondamentale nello sviluppo dei popoli. L’appello che la Santa Sede fa, si traduce nella sollecitazione concreta ad attivare una governance internazionale che è richiesta dal bene comune mondiale. Tale governance implica un’opera di monitoraggio degli Stati rispetto agli impegni assunti, il potenziamento della cooperazione sul piano scientifico tecnologico, manageriale; comprende inoltre autorità a livello regionale e transfrontaliero, corti di giustizia abilitate alla ricezione di reclami; non si deve escludere anche il potenziamento dell’Unep, l’agenzia Onu per la protezione dell’ambiente.

D. – Una riflessione. Si parla di acqua e ci viene da parlare di solidarietà, ma anche di sussidiarietà: c’è qualcosa che dal basso si può muovere?

R. – Io credo di sì. Penso che è la società civile la prima responsabile dell’acqua, del bene comune che è l’acqua, o anche bene pubblico. La società civile per raggiungere meglio i propri fini organizza la comunità politica, la società politica, e questa normalmente gestisce i beni a fine di bene comune. Se però avviene che i rappresentanti politici, la società politica non gestiscono questi beni in maniera universale, cioè prende l’accesso per tutti, la società civile è chiamata a mobilitarsi e a sollecitare l’autorità politica ad agire conseguentemente, cioè rispettando il diritto all’acqua come un diritto per tutti e ponendone una gestione che, pur coinvolgendo privati, faccia sì che questi siano vigilati, sorvegliati e orientati ad una gestione conforme alle esigenze del bene comune che è il bene di tutti. (bf)

aggiornato il 13/03/2012







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