I giovani e la riscoperta della vita contemplativa. Intervista con fra Claudio Canali
Si conclude oggi nell’Abbazia di Montecassino – con un intervento su “I monaci e la
missione visti dall’Inghilterra” – la visita di tre giorni in Vaticano e in Italia
del primate anglicano, Rowan Williams. Le celebrazioni per il millenario dell’Eremo
di Camaldoli, ricordate solennemente anche dal Papa la scorsa settimana, hanno portato
in luce la riscoperta, fra i giovani, della vita eremitica. Cristina Bianconi
ha chiesto il perché a fra Claudio Canali, un ex chitarrista rock che dal 1990
vive presso l’Eremo della Beata Vergine del Soccorso a Minucciano:
R. – Io penso
sia proprio una ricerca profonda e vera del Signore. I problemi che ci sono e la confusione
che c’è nel mondo oggi portano a fare questo tipo di scelte per chi cerca veramente
la verità. La solitudine non è isolamento: nella solitudine c’è Dio, ci sono anche
gli altri, per la comunione dei santi. Nella solitudine uno ritrova se stesso e pregando
capisce anche cosa vuole il Signore da lui.
D. – Cosa l’ha spinta alla scelta
di una vita eremitica?
R. - Il Signore dice: non siete voi che avete scelto
me, ma io che ho scelto voi. Io cercavo qualcosa nella vita. Anch’io non pensavo di
venire in un eremo. Anzi, un tipo come me forse, come dicono molti, poteva diventare
Francescano o continuare a suonare... Ma c’è stata una chiamata e ora che ho risposto
mi ritrovo molto bene col Signore, anche nella solitudine.
D. – La sua scelta
non rischia di precluderle uno sguardo sul mondo e allontanarla dall’uomo?
R.
– La clausura unisce non divide. Io proprio qui sono più vicino all’uomo. Infatti,
qui viene anche molta gente che ha bisogno. Conosciamo i problemi che ci sono oggi
e preghiamo proprio per questo. Cerchiamo di essere vicino in tutti i modi. La vicinanza
spirituale è più forte di quella fisica. L’orante, il contemplativo, sono il cuore
della Chiesa, come dicono i Padri, come dice anche il Papa. Quindi l’eremita, pregando,
fa piovere le grazie su chi sta agendo. (bf)