2012-03-12 13:22:17

Bolivia. Appello del cardinale Terrazas: basta con la violenza nel Paese


Siamo chiamati a dare risposte concrete e urgenti a tutto ciò che si oppone alla vita, perché la Parola del Signore è chiara quando dice "non uccidere". In questo, Dio è determinato, chiaro e preciso, "non si può re-interpretare la volontà di Dio, il Dio della vita non vuole la morte": lo ha detto il cardinale Julio Terrazas, arcivescovo di Santa Cruz de la Sierra, nella sua omelia pronunciata in Cattedrale alla presenza del nunzio apostolico, mons. Giambattista Diquattro, deplorando i linciaggi e gli omicidi che si sono verificati di recente. Il cardinale - riferisce l'Agenzia Fides - ha chiesto di fermare queste azioni violente, rigettando "la morte data da leggi umane, che possono sempre sbagliare e commettere ingiustizia, e la morte decisa da alcuni con le proprie mani". Una settimana fa nella comunità di Quila Quila (25 km da Sucre), gli abitanti del luogo hanno preso due persone che stavano rubando nella chiesa del paese e, dopo averle legate e picchiate, le hanno sepolte vive vicino alla chiesa. La polizia ha ritrovato i corpi dopo diversi tentativi di dialogo con la gente del posto, che continuava a ripetere "il popolo ha fatto giustizia". Inoltre 4 giorni fa, l'intervento delle autorità avvisate da un sacerdote cattolico ha evitato il linciaggio di altri due presunti ladri, sempre da parte degli abitanti di Quila Quila. Nella zona non è la prima volta che accadono episodi del genere. Nell’omelia il cardinale Terrazas ha chiesto di “non ripetere quanto avvenuto nel passato, e di non lasciarsi ingannare da coloro che cercano l'odio e la vendetta, o da coloro che applaudono misure sempre più severe ma non riescono ad arrivare al cuore di ciò che provoca il danno, le lesioni, il male". Ha chiesto anche di non abituarsi a sentire parole di morte e di vendetta con le proprie mani, perché in questo modo si introduce una pericolosa cultura della morte nelle famiglie e nella gente. Ha invitato tutti i credenti ad utilizzare questo tempo “per scrollarsi di dosso la pigrizia spirituale in cui viviamo e per chiedere al Signore di purificare le nostre menti e i nostri cuori, e infine di ricostruire le nostre relazioni con Dio e con i nostri fratelli”.







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