Bolivia. Appello del cardinale Terrazas: basta con la violenza nel Paese
Siamo chiamati a dare risposte concrete e urgenti a tutto ciò che si oppone alla vita,
perché la Parola del Signore è chiara quando dice "non uccidere". In questo, Dio è
determinato, chiaro e preciso, "non si può re-interpretare la volontà di Dio, il Dio
della vita non vuole la morte": lo ha detto il cardinale Julio Terrazas, arcivescovo
di Santa Cruz de la Sierra, nella sua omelia pronunciata in Cattedrale alla presenza
del nunzio apostolico, mons. Giambattista Diquattro, deplorando i linciaggi e gli
omicidi che si sono verificati di recente. Il cardinale - riferisce l'Agenzia Fides
- ha chiesto di fermare queste azioni violente, rigettando "la morte data da leggi
umane, che possono sempre sbagliare e commettere ingiustizia, e la morte decisa da
alcuni con le proprie mani". Una settimana fa nella comunità di Quila Quila (25 km
da Sucre), gli abitanti del luogo hanno preso due persone che stavano rubando nella
chiesa del paese e, dopo averle legate e picchiate, le hanno sepolte vive vicino alla
chiesa. La polizia ha ritrovato i corpi dopo diversi tentativi di dialogo con la gente
del posto, che continuava a ripetere "il popolo ha fatto giustizia". Inoltre 4 giorni
fa, l'intervento delle autorità avvisate da un sacerdote cattolico ha evitato il linciaggio
di altri due presunti ladri, sempre da parte degli abitanti di Quila Quila. Nella
zona non è la prima volta che accadono episodi del genere. Nell’omelia il cardinale
Terrazas ha chiesto di “non ripetere quanto avvenuto nel passato, e di non lasciarsi
ingannare da coloro che cercano l'odio e la vendetta, o da coloro che applaudono misure
sempre più severe ma non riescono ad arrivare al cuore di ciò che provoca il danno,
le lesioni, il male". Ha chiesto anche di non abituarsi a sentire parole di morte
e di vendetta con le proprie mani, perché in questo modo si introduce una pericolosa
cultura della morte nelle famiglie e nella gente. Ha invitato tutti i credenti ad
utilizzare questo tempo “per scrollarsi di dosso la pigrizia spirituale in cui viviamo
e per chiedere al Signore di purificare le nostre menti e i nostri cuori, e infine
di ricostruire le nostre relazioni con Dio e con i nostri fratelli”.