Sud Corea: la Chiesa protesta contro la nuova base militare di Jeju
I lavori di demolizione sull'isola di Jeju "non hanno senso. Noi viviamo in una democrazia,
non in una dittatura. Ma il governo vuole concludere la sua base navale prima che
arrivino le elezioni generali, e per questo non ascolta le legittime proteste della
popolazione". A parlare all'agenzia AsiaNews è il vescovo di Jeju e presidente della
Conferenza episcopale coreana, mons. Pietro Kang woo-il. Il presule si riferisce al
cantiere aperto lo scorso 8 marzo sull'isola, dove dovrebbe sorgere una base militare
navale. Il progetto, presentato nel 2008, era stato accolto da molte critiche da parte
della società civile e della Chiesa ed era stato messo da parte. Fino all'arrivo delle
squadre di lavoro, che hanno persino fatto esplodere alcuni tratti di costa. L'isola
di Jeju si trova a sud della penisola, nello stretto di Corea ed è retta da un governo
provinciale autonomo. É famosa per la natura incontaminata e per gli splendidi paesaggi.
I dimostranti si oppongono alla costruzione della base navale per salvaguardare ambiente
e turismo. Il governo afferma invece che la nuova base navale, del costo di 970 milioni
di dollari Usa, è necessaria per la sicurezza nazionale. Secondo mons. Kang, "alla
fine del 2011 l'Assemblea nazionale di Seoul ha bloccato lo stanziamento di fondi
e i lavori. Si diceva che c'erano troppi problemi e che il progetto andava rivisto.
Invece hanno iniziato: non capisco perché il governo si sia rifiutato di comunicare
alla popolazione questo cambiamento. Non siamo sotto una dittatura". La questione
non è soltanto locale: "Anche se rappresentano soltanto l'1 % della popolazione, i
residenti di Jeju hanno la forza per opporsi. Qui c'è in ballo la pace nell'area,
perché una base navale ridiscute tutti gli assetti già approvati. Ho parlato con il
primo ministro e con altri ufficiali, ma non mi hanno dato risposte soddisfacenti".
Sull'argomento è intervenuto anche mons. Mattia Lee Yong-hun, vescovo di Suwon e presidente
della Commissione giustizia e pace della Conferenza episcopale. Con un comunicato,
il presule ha condannato le esplosioni "che in realtà hanno colpito le opinioni dei
residenti, e non solo la loro costa. Il governo sta erodendo la fiducia della popolazione,
un grave errore". (R.P.)