L'arcivescovo di Canterbury: lavoriamo per la piena unità
L’arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, concluderà la sua visita in Italia
nel pomeriggio di oggi con una visita a Montecassino. Sabato mattina l’udienza privata
dal Papa in Vaticano. Ascoltiamo in proposito il primate della Comunione anglicana
al microfono di Philippa Hitchen:
R. – Very much a private conversation,
just touching days. … E’ stata una conversazione prettamente privata; sono giornate
che toccano nel profondo … Abbiamo parlato un po’ della situazione in Medio Oriente
e della risposta delle Chiese ad essa, e del nostro comune sentimento di profonda
ansia, frustrazione e incertezza per quello che il futuro ci può riservare in quell’area.
Abbiamo parlato del Sinodo sulla nuova evangelizzazione e di quello che dirò quando
in autunno verrò per partecipare al Sinodo, ed anche dell’intervento che recentemente
ho svolto a Ginevra, a proposito dei diritti umani e della necessità di ricreare il
collegamento tra la teologia cristiana e i diritti umani. Come sempre, dunque, una
conversazione molto impegnata.
D. – Lei è venuto per celebrare i Vespri insieme
a Benedetto XVI nella chiesa di San Gregorio al Celio, seguendo una tradizione inaugurata
dai suoi immediati predecessori: quindi, in realtà, non lo si può definire un evento
“storico”. Ma quanto importante è, comunque, secondo lei, per sottolineare questa
comunione reale per quanto imperfetta tra le due Chiese?
R. – I think the fact
that three successors archbishops have been to San Gregorio … Credo che il fatto
che tre arcivescovi di Canterbury abbiano ripetuto e conservato la consuetudine della
visita a San Gregorio, significhi il riconoscimento del fatto storico che la missione
cristiana in Inghilterra è iniziata qui, ed è bene venire ed onorare la memoria di
San Gregorio e di Agostino di Canterbury; e con questo, tornare indietro a radici
comuni, ad una storia comune, ad un passato condiviso per affermare una comunione
che, in qualche modo, è comunque dentro di noi, anche in questo nostro presente. Infatti,
noi guardiamo indietro a questo passato comune: perfino i più protestanti dei cristiani
inglesi riconoscono che le radici della missione si trovano qui. Così, affermiamo
che sì, abbiamo un’ascendenza in comune, che sì, quest’ascendenza comune ci da oggi
qualcosa di molto simile ad un vero rapporto familiare; e che sì, naturalmente noi
lavoriamo affinché questo rapporto possa essere pieno, sacramentale e visibile nel
tempo che Dio vorrà.
D. – Il motivo principale di questa sua visita è la celebrazione
del millennio della comunità camaldolese che ha la sua sede in San Gregorio. In questi
tre giorni, lei pone ripetutamente l’accento sui valori monastici come una sorta di
“road map” per quella che attualmente, purtroppo, molti considerano una sorta di strada
senza uscita nel cammino ecumenico …
R. – The importance of monasticism both
for ecumenism and mission … L’importanza del monachesimo sia per l’ecumenismo,
sia per la missione – e anche di questo si parla in maniera approfondita in questi
giorni – credo consista nel fatto che la comunità monastica è di per sé una comunità
riunita attorno alla Parola di Dio: si tratta, infatti, di una comunità di persone
che non hanno tra di loro affinità naturali o doveri di lealtà “tribale”, che semplicemente
sono chiamate a vivere insieme come “comunità”, che insieme recitano i Salmi, che
si identificano tra di loro nella preghiera di Cristo. Ora, questo concetto di per
sé ci dice delle radici più profonde dell’ecumenismo, e ci dice anche della missione.
Ci dice che una comunità che vive in quel modo è una comunità che attrae, che irradia
qualcosa … A Montecassino, il mio intervento riguarda in modo più specifico la dimensione
missionaria della vita monastica. Questo non significa che tutti i monaci debbano
partire ed essere missionari ma, come Beda dice nella sua “Historia”, gli albori della
cristianità in Inghilterra hanno molto a che vedere con la vita apostolica come la
vivevano Agostino ed i suoi compagni, richiamando la gente per la loro povertà, semplicità
e per l’ospitalità che proponevano … (gf)