2012-03-11 12:09:26

Il Papa all'Angelus: la violenza, strumento dell'anticristo, non serve all’umanità, la disumanizza. Appello per il Madagascar


“La violenza non serve mai all’umanità, ma la disumanizza”: è quanto ha detto il Papa all’Angelus, commentando il passo evangelico della cacciata dei mercanti dal Tempio, davanti ad alcune migliaia di pellegrini radunati in Piazza San Pietro. Al termine della preghiera mariana, Benedetto XVI ha lanciato un appello per le popolazioni del Madagascar colpite da una devastante tempesta tropicale. Il servizio di Sergio Centofanti.RealAudioMP3

Gesù scaccia i mercanti dal Tempio di Gerusalemme: un episodio che poteva essere visto come un gesto profetico e di denuncia, pur tra le domande dei Giudei che pretendevano un segno per dimostrare che agisse veramente in nome di Dio. Ma la cacciata dei venditori dal Tempio – sottolinea il Papa – “è stata anche interpretata in senso politico-rivoluzionario, collocando Gesù nella linea del movimento degli zeloti … pronti ad usare la violenza” per far rispettare la legge divina. Ai tempi di Gesù, infatti, “attendevano un Messia che liberasse Israele dal dominio dei Romani”:

“Ma Gesù deluse questa attesa, tanto che alcuni discepoli lo abbandonarono e Giuda Iscariota addirittura lo tradì. In realtà, è impossibile interpretare Gesù come un violento: la violenza è contraria al Regno di Dio, è uno strumento dell’anticristo. La violenza non serve mai all’umanità, ma la disumanizza”.

Il monito di Gesù a non rendere la casa del Padre un mercato ricorda quanto sta scritto in un Salmo: “Mi divora lo zelo per la tua casa” (69,10). “Questo salmo – spiega il Papa - è un’invocazione di aiuto in una situazione di estremo pericolo a causa dell’odio dei nemici: la situazione che Gesù vivrà nella sua passione”:

“Lo zelo per il Padre e per la sua casa lo porterà fino alla croce: il suo è lo zelo dell’amore che paga di persona, non quello che vorrebbe servire Dio mediante la violenza. Infatti il ‘segno’ che Gesù darà come prova della sua autorità sarà proprio la sua morte e risurrezione. ‘Distruggete questo tempio – disse – e in tre giorni lo farò risorgere’”.

E san Giovanni annota: “Egli parlava del tempio del suo corpo” (Gv 2,20-21):

“Con la Pasqua di Gesù inizia un nuovo culto, il culto dell’amore, e un nuovo tempio che è Lui stesso, Cristo risorto, mediante il quale ogni credente può adorare Dio Padre ‘in spirito e verità’ (Gv 4,23)”.

Nei saluti nelle altre lingue il Papa ha osservato che anche noi siamo un vero tempio di Dio “se consentiamo a Gesù di prendere forma dentro di noi”; ma occorre rinunciare “alle opere del male” e non avere “paura di cambiare le nostre abitudini e i nostri comportamenti”. E’ nel Sacramento della penitenza – ha proseguito - che “il Signore ci offre la possibilità di rinnovare costantemente questa presenza. Con ogni Confessione Lui ci rinnova come tempio in cui Egli stesso prende dimora”.

Al termine dell’Angelus il Papa ha rivolto il suo pensiero alle popolazioni del Madagascar, colpite nei giorni scorsi da una violenta tempesta tropicale che ha causato oltre 70 morti e quasi 80 mila sfollati, distruggendo case e coltivazioni:

“Mentre assicuro la mia preghiera per le vittime e per le famiglie maggiormente provate, auspico e incoraggio il generoso soccorso della comunità internazionale”.







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