In un libro 101 ritratti di donne che hanno fatto l'Italia
Da Santa Caterina da Siena a Grazia Deledda. Da Anita Garibaldi a Rita Levi Montalcini.
Sono solo alcuni dei ritratti del libro “101 donne che hanno fatto l’Italia”. Il volume
- edito da Newton Compton e presentato ieri nel corso dei "Venerdì di Propaganda"
promossi dalla Libreria Editrice Vaticana a Roma - raccoglie le figure femminili più
importanti della storia italiana, dal Medioevo ad oggi. Sulle scelte effettuate per
la scrittura di questo saggio, Michele Raviart ha intervistato Luciana Scaraffìa,
docente di storia contemporanea alla Sapienza e coautrice del volume:
R. – I criteri
non erano solamente quelli dell’essere famose - tra le donne c’e ovviamente Sofia
Loren ed anche Lucrezia Borgia - ma sono state scelte soprattutto per quello che
hanno significato e rappresentato nella storia dell’Italia: hanno portato all’apertura
di nuovi mestieri ed anche ad un nuovo ruolo della donna nella vita italiana. Ci sono
anche donne-simbolo di un cambiamento: le 10 costituenti, ad esempio – tutte e dieci
biografate –, non erano tutte note e famose. Alcune di loro hanno lasciato la vita
politica subito dopo l’assemblea costituente, però sono molto importanti, a livello
simbolico, anche per la loro presenza nella fondazione della nuova Italia.
D.
– Possiamo trovare dei tratti comuni delle donne italiane?
R. – Le donne italiane
sono state molto “inventive”, sono riuscite ad inventarsi strade nuove. In una società
che non era particolarmente favorevole all’emancipazione femminile, le donne italiane
sono riuscite ad inventarsi tanti modi per emergere e, molto spesso, a mantenere al
contempo famiglia e lavoro. Le donne italiane rinunciano con difficoltà alla famiglia.
D.
– Un tratto significativo è anche quello spirituale di alcune donne...
R. –
Ci sono state delle grandi Sante italiane, che hanno segnato la storia del cristianesimo
non solo dell’Italia ma di tutto il mondo. Ad esempio, Santa Caterina da Siena, la
quale è stata simbolo e modello di santità per molte donne come profetessa e modello
di autorevolezza nei confronti di uomini importanti. Inoltre, è stata addirittura
scelta come modello di donna emancipata da Judith Butler, una suffragetta inglese
di inizio Novecento, che ne ha scritto una biografia.
D. – Ci può raccontare
una storia che l’ha particolarmente colpita, magari di una donna poco nota?
R.
– Posso citare Irma Antonetto, una signora torinese che nel 1946 si è completamente
inventata una cosa: degli incontri letterari da fare in tutte le città italiane. Lei
invitava un autore, spesso straniero, e lo portava a parlare nei teatri di tutte le
grandi città italiane, in modo che gli italiani iniziassero a conoscere gli intellettuali
di altri Paesi, vedessero com’erano fatti e come parlavano gli autori dei libri. Uno
di questi autori era Herbert Marcuse, che venne invitato prima ancora di diventare
famoso. Il suo è stato un importante aiuto dato alla cultura italiana per aprirsi
al mondo.
D. – Nella contemporaneità, quali sono le donne che stanno facendo
grande l’Italia?
D. – Adesso ce ne sono tantissime. Possiamo trovare tante
ricercatrici molto brave. Penso che le donne, in questo momento, stiano entrando dappertutto:
abbiamo delle ottime donne-ministro che ci fanno capire qual è la differenza di una
donna veramente competente. (vv)