2012-03-10 12:47:43

"Il buio è uno spazio": il fotografo Bavčar al Museo di Roma in Trastevere


E’ in corso al Museo di Roma in Trastevere – e proseguirà fino al 25 marzo - la mostra: “Il buio è uno spazio” di Evgen Bavčar, fotografo sloveno non vedente dall’età di dodici anni. L’artista, tra i più apprezzati nel mondo della fotografia, presenta una selezione delle sue famose stampe in bianco e nero e, in anteprima assoluta per l’Italia, alcuni suoi scatti a colori. Lo stesso Bavčar spiega al microfono di Cristina Bianconi come è arrivato alla fotografia:RealAudioMP3

R. – Da quando sono diventato cieco ho sempre voluto essere come gli altri, fare le stesse cose. Mia sorella ha comprato un apparecchio fotografico e un amico mi ha insegnato a fotografare. Ho scattato foto ad alcune ragazze al liceo e le ho date ad un fotografo che le ha fatte sviluppare…era un miracolo, erano le immagini! Così ho cominciato e sono contento quando c’è un ritorno delle mie immagini attraverso le parole degli altri che mi descrivono e mi dicono quello che vedono.

D. - Non mancano fotografie tratte dal paesaggio sloveno. Quanto la sua terra e la sua cultura hanno influenzato il suo lavoro?

R. – Mi influenza molto perché è l’unico Paese dove ho visto anche la luce del mondo. Io guardo attraverso i volti del mio Paese natale. Anche la chiesa del mio paese, che è stata costruita da Fabiani, è per me l’archetipo di tutte le chiese: di San Pietro a Roma, di Nôtre Dame a Parigi… Così costruisco le immagini, con lo sguardo del “terzo occhio”, che è uno sguardo interiore. Sono felice se posso comunicare questo sia scrivendo sia facendo filosofia, sia fotografando.

D. - A cosa si riferisce quando parla di “sguardo spirituale del terzo occhio”?

R. – E’ lo sguardo che guarda al di là delle cose temporali che ci permette di guardare nei sogni, di avere un’idea dell’invisibile come, per esempio, nella Bibbia gli angeli fanno la mediazione tra il visibile e l’invisibile. Io credo molto agli angeli e qualche volta quando sto facendo le fotografie dico che sono gli angeli della luce che vengono a darmi un’ispirazione interiore. In noi tutti forse c’è uno sguardo temporale e poi c’è uno sguardo trascendente. In un seminario a Lugano ho parlato dell’immagine del Cristo: chi ha visto Cristo? Poca gente in realtà, però tanti pittori hanno fatto molte opere sul tema “Cristo”, sul viso di Cristo… L’hanno visto immaginando e credendo ad un’esistenza. Questo per me è il terzo occhio.










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