Presentato a Roma il libro "Sposati e sii sottomessa"
Vivere la festa della donna con gioia, ascoltando donne madri, mogli felici e lavoratrici:
questo l’intento dell’incontro, ieri a Roma, cui sono intervenute Cristina Maulan,
consigliere dell’Associazione famiglie numerose, Elisabetta Scala, responsabile media
del Movimento Italiano Genitori, (Moige) e la giornalista del Tg3 Costanza Miriano
che ha presentato il suo libro “Sposati e sii sottomessa”. Un titolo tratto dalla
citazione di San Paolo che prosegue chiedendo agli uomini di amare le proprie mogli
“come Cristo ha amato la Chiesa, e ha dato se stesso per lei”. Ma della scelta del
titolo ci parla, nell’intervista di Fausta Speranza, l’autrice Costanza
Miriano:
R. – Sottomessa
– per come ho inteso io la lettera di San Paolo – significa essere il sostegno, il
perno della famiglia, riscoprire il vero talento femminile, che è quell’intuizione
di sapere che il meglio per noi è aiutare l’uomo e i piccoli uomini di domani a tirare
fuori il meglio di sé. Quindi, una sottomissione feconda, insomma felice. Io penso
che la sottomissione sia un atteggiamento del cuore, un atteggiamento profondamente
spirituale e non una remissione di vita; è un’accoglienza profonda che va ben oltre
le questioni banali di chi stira, chi lava i piatti. La sottomissione poi non significa
abbrutirsi, essere casalinghe depresse. Io ci tengo molto allo smalto, ad un po’ di
trucco. Essere casalinghe tristi non c’entra nulla con la sottomissione. D. –
E poi non significa smettere di ragionare ...
R. – No, assolutamente! Come
scriveva il Papa nella lettera sulla collaborazione tra uomo e donna, l’intuizione
della donna è proprio questa: tirare fuori il meglio dall’uomo e da tutti e questo
significa usare il proprio cervello al massimo. Io sento di sfruttare tutte le mie
capacità, quando cerco di essere educatrice e sposa. (ap)