India. Ucciso cattolico accusato ingiustamente di stregoneria
Nello Stato indiano dell’Orissa, la conversione al cattolicesimo può costare la vita.
È quanto dimostra l’ennesimo omicidio ai danni di un membro della comunità cristiana
accusato ingiustamente di praticare la “stregoneria”. Secondo le prime ricostruzioni
dei fatti, riportate dall’agenzia Fides, nella tarda serata del 3 marzo scorso, Goresa
Mallick, un uomo di circa 50 anni, del villaggio di Salimagocha, aveva partecipato
a una riunione con 16 abitanti di un villaggio indù vicino. Dopo aver bevuto insieme,
il gruppo stava tornando a casa. A un certo punto, i 16 uomini hanno assalito l'uomo,
gli hanno tagliato il collo e hanno poi bruciato il corpo nella foresta. Il giorno
dopo, i familiari, venuti a conoscenza dell’episodio, hanno presentato una denuncia
alla polizia. Secondo gli inquirenti - che hanno fermato i presunti assassini e stanno
continuando le indagini - il movente del delitto è la “stregoneria”. Goresa Mallick
lascia moglie e tre figli che negano ogni coinvolgimento di Mallick in pratiche esoteriche.
Sulla vicenda ha fatto chiarezza padre Jeebanta Nayak, viceparroco nella chiesa di
S. Antonio di Padova, raccontando che l’uomo si era convertito al cattolicesimo da
cinque mesi e che non aveva mai praticato la stregoneria. I killer, riferisce padre
Nayak alla Fides, “sono analfabeti e credono fortemente nella superstizione”, ricordando,
che in passato, vi sono stati almeno altri tre episodi di persone uccise per false
accuse di stregoneria. (M.G.)