Alfano: no sfiducia a Riccardi. Sulla vicenda l'opinione di Patriarca delle Settimane
Sociali
Il segretario del Pdl, Angelino Alfano, ha detto che non ci sarà alcuna sfiducia nei
confronti del ministro Andrea Riccardi e di aver già informato il premier italiano,
Mario Monti. La vicenda oggi comunque occupa ampio spazio sui giornali. Alessandro
Guarasci ha chiesto un commento a Edoardo Patriarca, segretario del Comitato
Organizzatore delle Settimane Sociali dei Cattolici Italiani:
R. – Io, di
questi fuori-onda, ne ho sentiti tanti e di peggiori. Probabilmente ad Andrea Riccardi
è sfuggita questa battuta, fra l’altro una battuta – se devo proprio essere sincero
– che è nella bocca di tantissimi italiani, rispetto a questa politica, a questo modo
di rapportarsi con la politica. Il continuare a fare polemica su questa battuta mostra
forse qualche altro obiettivo: mi riferisco ai problemi dentro al Pdl, che sono evidenti
a tutti, mi riferisco ai problemi del Pd, che sono, anche quelli, raccontati tutti
i giorni. Proviamo a parlare di cose più serie. La domanda che farei ai partiti è
sapere come il Pdl intenderà prepararsi alla prossima competizione elettorale. E mi
piacerebbe domandare a Bersani come il Pd intenderà prepararsi, e anche domandare
a Casini cosa intenda fare dell’Udc, del suo progetto spesso evocato, che mi pare
non trovi però ancora uno sbocco. Forse gli italiani vogliono sapere questo.
D.
– Secondo lei, Riccardi non sarà stato attaccato anche per alcune posizioni per esempio
sull’immigrazione? E’ sorprendente che questi attacchi arrivino anche da esponenti
cattolici come Gasparri?
R. – Riccardi è conosciuto e quando è stato scelto
si sapeva bene quali fossero le sue posizioni, quelle della Comunità di Sant’Egidio
e, direi, anche il loro impegno. E mi pare che Sant’Egidio, a Milano e in altre città,
svolga un’opera preziosa. Mi meraviglia che si meraviglino. Credo che un ministro,
se viene chiamato, certo dovrà tenere conto del quadro generale, ma non potrà rinunciare
alle sue competenze, al suo percorso formativo, culturale.
D. – Secondo lei,
dunque, la gente è più interessata a che cosa fa Riccardi, a che cosa pensa, piuttosto
che ad una diatriba di tipo politico?
R. – Mi pare che le dichiarazioni di
Riccardi siano state tutte improntate sulla prudenza, sul realismo, anche quando si
è discusso della cittadinanza ai ragazzi, ai bambini, nati in questo nostro Paese.
Tra l’altro, devo dire, e lo ricordo ai cattolici tutti, questa è stata un’indicazione
che è emersa con chiarezza e convinzione dalle Settimane Sociali dei cattolici. Stupisce
che alcuni cattolici si stupiscano, perché questa è stata una posizione condivisa.
Credo che questo lavoro debba essere portato avanti con pazienza e convinzione, uscendo
da questi opposti estremismi, che avevano legato l’immigrazione al tema della sicurezza
e al tema forse utopistico dell’accogliere tutti sempre e comunque. (ap)