Messa per l'Europa. Mons. Giordano: il potere vero è quello dell'amore
Ambasciatori e funzionari del Consiglio d'Europa, giudici della Corte europea dei
diritti dell'uomo e membri di comunità e organismi ecclesiali hanno partecipato alla
Messa per l’Europa celebrata ieri sera nella Cattedrale di Strasburgo. Organizzata
dalla Missione Permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa, è stata presieduta
dall’ arcivescovo locale, Jean-Pierre Grallet, nel contesto del 12.mo Incontro dei
presidenti delle Conferenze episcopali del Sud-Est Europa. A tenere l’omelia, mons.
Aldo Giordano, osservatore permanente della Santa Sede presso l’istituzione europea.
Il servizio di Adriana Masotti:
L’eterna lotta del male contro il bene,
libertà individuale e rapporto con Dio, potere e servizio i temi affrontati da mons.
Giordano. Se guardiamo al primo cristianesimo, ha esordito, scopriamo che esso ha
avuto una grande diffusione grazie al sangue dei martiri. Anche oggi molti sono perseguitati
o uccisi a causa della loro fede. Basta ricordare le persecuzioni dei regimi comunisti
nel passato e più recentemente i cristiani uccisi in Iraq, in Nigeria o in Pakistan.
Come ieri anche oggi non è facile dire al mondo la Parola di Dio, perché il male è
potente e non sopporta il bene, non sopporta la luce. E continua: più le tenebre
sono fitte, più siamo sfidati a cercare la luce. Nella vita personale come nelle difficoltà
del mondo. Commentando la pagina del Vangelo letta poco prima che racconta del viaggio
di un gruppo di uomini e donne verso Gerusalemme, e della rivelazione che Gesù fa
loro della sua prossima morte e resurrezione, mons. Giordano dice che quei compagni
di viaggio non sembrano interessati all’annuncio, sono presi piuttosto da preoccupazioni
di carriera e di potere. Gesù contraddice le loro aspettative, spiega che coloro
che fanno la vera storia non sono i prepotenti, “ma coloro che hanno il coraggio di
scegliere di servire”. E’ una visione rivoluzionaria del potere quella vissuta da
Gesù stesso: Egli decide liberamente di “servire” il Padre, perché lui è il Figlio,
e di servire gli uomini per ridare anche a noi la possibilità di vivere come figli.
Ma non sempre l’uomo accetta questo rapporto di figliolanza: “Il serpente delle origini
ha spinto Adamo ed Eva e spinge anche oggi l’Europa sulla strada della autonomia,
della separazione dal Padre per cercare di realizzarci e salvarci da soli, dice mons.
Giordano, ma la solitudine è triste e la libertà da sola, non è capace di salvarci.
Perciò “affidarsi ad un Altro che appare in grado di realizzare la nostra aspirazione
all’eterno, alla bellezza, alla verità, all’amore, alla vita, è il grande atto intelligente
della libertà”. Il vivere da figli dello stesso Padre ci rende poi fratelli e tra
fratelli il potere vero è quello dell’amore”. “La verità cristiana, conclude mons.
Giordano, non può allearsi a forme violente di potere, non può dare spazio al fanatismo”.
La città dell’uomo non è costituita solo da rapporti di diritti e di doveri, ma ancora
di più, da relazioni gratuite, di misericordia e di comunione. Il vivere insieme pacificamente
è per i credenti innanzitutto un dono che va invocato, ecco il senso di questa preghiera
per l’Europa e cita Benedetto XVI che nella “Caritas in Veritate” scrive: “Lo sviluppo
ha bisogno di cristiani con le braccia alzate verso Dio nel gesto della preghiera”.