Hong Kong: il neo cardinale Tong chiede di pregare per il dialogo Vaticano-Cina
L’Evangelizzazione, la promozione delle vocazioni dei sacerdoti e dei religiosi/e,
la cura dei cattolici non cinesi della diocesi e la Chiesa in Cina: sono i quattro
impegni pastorali fondamentali della diocesi di Hong Kong indicati dal neo cardinale
John Tong, durante la Messa di ringraziamento per la nomina a cardinale, che ha celebrato
il 3 marzo nella cattedrale dedicata all’Immacolata Concezione. Secondo quanto riferisce
l'agenzia Fides, hanno concelebrato mons. John Hung, arcivescovo di Taiwan e presidente
della Conferenza episcopale regionale di Taiwan: mons. José Lai, vescovo di Macao;
mons. Paul Russell, incaricato d’Affari della Santa Sede presso Taiwan; il cardinale
Joseph Zen, vescovo emerito di Hong Kong, e un centinaio di sacerdoti. Hanno preso
parte alla celebrazione un migliaio di fedeli, oltre ai pastori della Chiesa Anglicana
e Protestante di Hong Kong. Durante la celebrazione il neo porporato ancora una volta
ha ribadito l'importanza della Chiesa del territorio come "Chiesa ponte" e ha chiesto
ai fedeli di pregare per la riapertura dei dialoghi fra Cina e Vaticano. Grazie al
suo ruolo di " Chiesa ponte", la comunità di Hong Kong aiuta la Chiesa in Cina ad
avere una migliore formazione, a riconciliarsi all'interno e giungere alla piena comunione
con il Papa e con la Chiesa universale, facendo questo in modo "prudente e discreto".
Il 2 marzo - riferisce l'agenzia AsiaNews - il nuovo cardinale, incontrando i media,
ha dichiarato di aver parlato con alcune personalità del govenro cinese ed aver sottolineato
l'importanza dello scambio e del dialogo. La Cina - ha spiegato - si muove verso una
sempre più grande libertà economica, ma la sua politica religiosa è ancora chiusa.
Nonostante ciò, egli è ottimista sia riguardo la Cina che per la libertà religiosa.
"Se ai cattolici in Cina viene data piena libertà religiosa anche nelle attività -
ha sottolineato - non solo essi potrebbero contribuire con più frutto al benessere
della società, ma farebbero guadagnare alla loro patria una reputazione più alta nella
comunità internazionale". Per la diocesi di Hong Kong, egli ha detto che la Chiesa
è impegnata a "stabilire una società che rispetti i diritti umani, con una speciale
cura per i deboli e gli emarginati", come è evidente dalla dichiarazione pubblicata
il 19 febbraio scorso, in cui egli ha espresso la speranza per un pieno sviluppo democratico
del territorio e una più solida politica a favore della società. Il cardinale Tong
ha parlato anche della necessità di celebrare una Messa in lingua inglese in ogni
parrocchia, per dare la massima attenzione pastorale ai lavoratori stranieri immigrati.
Secondo il cardinale “un terzo dei 540 mila cattolici di Hong Kong non sono cinesi,
e sono soprattutto collaboratori domestici filippini. Attualmente 35 parrocchie su
51 offrono la Messa domenicale in inglese. Ma ogni parrocchia deve avere una Messa
in inglese per rispondere alle esigenze sprituali dei lavoratori immigrati. Se per
qualche parrocchia è impossibile, almeno offra le strutture della chiesa o della scuola
cattolica per la celebrazione religiosa degli immigrati”. (R.P.)