Giornata mondiale del rene: intervista con il prof. Gambaro
Oggi ricorre la Giornata mondiale del rene, una patologia che tende a peggiorare fino
ad arrivare ad una situazione in cui questo organo diventa totalmente insufficiente,
tanto da rendere necessaria la terapia di dialisi. Come riconoscere l'insufficienza
renale e quali sono le nuove frontiere scientifiche della nefrologia? Ce ne parla
il prof. Giovanni Gàmbaro, direttore dell'Unità Operativa di nefrologia e dialisi
del Policlinico Universitario Agostino Gemelli/Complesso integrato Columbus. Intervista
di Eliana Astorri:
R. – Sono
legati alle complicanze, ai problemi che si instaurano gradualmente con l’insufficienza
renale. Quindi, sono sintomi che dipendono dall’anemia: infatti, questi pazienti diventano
gradualmente anemici e questo può provocare senso di affaticamento e riduzione della
forza. Ci sono poi manifestazioni legate all’aumento di alcuni sali nell’organismo,
ad esempio il potassio. Nelle gravi insufficienze renali ci possono essere concentrazioni
così elevate di potassio - quindi non lievi aumenti ma aumenti significativi - che
possono provocare anche l’arresto cardiaco, aritmie, riduzione della forza … Abbiamo
poi problemi che possono essere legati all’accumulo di fosforo e alla riduzione del
calcio nell’organismo: il rene, in un certo senso, produce la vitamina D attiva e
quando c’è un’insufficienza renale si produce meno vitamina D attiva e questo implica
alterazioni del metabolismo del calcio, del fosforo e dell’osso. E’ una condizione
che noi chiamiamo di “iperparatiroidismo secondario” che ha conseguenze importanti
sia sull’osso, sia sul sistema vascolare, in quanto determina calcificazioni vascolari.
I pazienti con insufficienza renale cronica sviluppano un’ateriosclerosi più severa
che in assenza di insufficienza renale cronica e questo spiega il fatto che queste
persone hanno un rischio maggiore di andare incontro a malattie cardiovascolari -
infarto, ictus, problemi di circolazione agli arti inferiori, necessità di amputazioni
degli arti - rispetto alla popolazione che non ha insufficienza renale cronica.
D.
– Quali sono le prospettive della nefrologia in Italia e nel mondo? Perché ovviamente
avete dei protocolli comuni a tutti ...
R. – Certo. Dobbiamo dire che la nefrologia
italiana è molto avanzata sia in termini di qualità delle cure che di qualità scientifica,
della ricerca e dobbiamo essere orgogliosi di ciò. I nostri risultati sono per molti
aspetti all’avanguardia nel panorama della nefrologia mondiale. Diciamo che purtroppo
non abbiamo ancora all’orizzonte terapie che consentano di modificare l’evoluzione
e di curare in maniera definitiva alcune patologie che portano all’insufficienza renale
cronica. Per cui gran parte del nostro impegno e del nostro sforzo dovrà essere incentrato
sull’assistenza, e sulla prevenzione e sulla diagnosi precoce: perché ci sono strumenti,
terapie e interventi che possono realmente modificare la storia naturale di queste
malattie, altrimenti molto severe.
La Fondazione italiana del rene e la Società
italiana di nefrologia hanno previsto molte iniziative per questa Giornata. Basta
visitare i siti: www.fondazioneitalianadelrene.org, www.sin-italy.it. (cp)