2012-03-08 13:10:48

Giornata mondiale del rene: intervista con il prof. Gambaro


Oggi ricorre la Giornata mondiale del rene, una patologia che tende a peggiorare fino ad arrivare ad una situazione in cui questo organo diventa totalmente insufficiente, tanto da rendere necessaria la terapia di dialisi. Come riconoscere l'insufficienza renale e quali sono le nuove frontiere scientifiche della nefrologia? Ce ne parla il prof. Giovanni Gàmbaro, direttore dell'Unità Operativa di nefrologia e dialisi del Policlinico Universitario Agostino Gemelli/Complesso integrato Columbus. Intervista di Eliana Astorri:RealAudioMP3

R. – Sono legati alle complicanze, ai problemi che si instaurano gradualmente con l’insufficienza renale. Quindi, sono sintomi che dipendono dall’anemia: infatti, questi pazienti diventano gradualmente anemici e questo può provocare senso di affaticamento e riduzione della forza. Ci sono poi manifestazioni legate all’aumento di alcuni sali nell’organismo, ad esempio il potassio. Nelle gravi insufficienze renali ci possono essere concentrazioni così elevate di potassio - quindi non lievi aumenti ma aumenti significativi - che possono provocare anche l’arresto cardiaco, aritmie, riduzione della forza … Abbiamo poi problemi che possono essere legati all’accumulo di fosforo e alla riduzione del calcio nell’organismo: il rene, in un certo senso, produce la vitamina D attiva e quando c’è un’insufficienza renale si produce meno vitamina D attiva e questo implica alterazioni del metabolismo del calcio, del fosforo e dell’osso. E’ una condizione che noi chiamiamo di “iperparatiroidismo secondario” che ha conseguenze importanti sia sull’osso, sia sul sistema vascolare, in quanto determina calcificazioni vascolari. I pazienti con insufficienza renale cronica sviluppano un’ateriosclerosi più severa che in assenza di insufficienza renale cronica e questo spiega il fatto che queste persone hanno un rischio maggiore di andare incontro a malattie cardiovascolari - infarto, ictus, problemi di circolazione agli arti inferiori, necessità di amputazioni degli arti - rispetto alla popolazione che non ha insufficienza renale cronica.

D. – Quali sono le prospettive della nefrologia in Italia e nel mondo? Perché ovviamente avete dei protocolli comuni a tutti ...

R. – Certo. Dobbiamo dire che la nefrologia italiana è molto avanzata sia in termini di qualità delle cure che di qualità scientifica, della ricerca e dobbiamo essere orgogliosi di ciò. I nostri risultati sono per molti aspetti all’avanguardia nel panorama della nefrologia mondiale. Diciamo che purtroppo non abbiamo ancora all’orizzonte terapie che consentano di modificare l’evoluzione e di curare in maniera definitiva alcune patologie che portano all’insufficienza renale cronica. Per cui gran parte del nostro impegno e del nostro sforzo dovrà essere incentrato sull’assistenza, e sulla prevenzione e sulla diagnosi precoce: perché ci sono strumenti, terapie e interventi che possono realmente modificare la storia naturale di queste malattie, altrimenti molto severe.

La Fondazione italiana del rene e la Società italiana di nefrologia hanno previsto molte iniziative per questa Giornata. Basta visitare i siti: www.fondazioneitalianadelrene.org, www.sin-italy.it. (cp)







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