2012-03-07 14:09:48

Terra Santa: mons. Sabbah esorta i cristiani ad una testimonianza più forte nella vita civile


“E’ nostro primo dovere quello di rimanere inseriti nella nostra realtà, di reagire, di intervenire per accettare o criticare la situazione, senza paura ma con lucidità, apportandovi tutta la nostra appartenenza religiosa, culturale e nazionale”: lo ha detto il patriarca latino di Gerusalemme emerito Michel Sabbah durante una conferenza tenuta la settimana scorsa a Nazaret. Sul tema “Le sfide della presenza cristiana in Israele oggi”, come si legge sul sito , è stata organizzata dal Family Club St. Antonius della parrocchia maronita. Il patriarca Sabbah ha introdotto la sua conferenza interpellando ciascuno: “Molti parlano e scrivono riguardo ai cristiani arabi in Medio Oriente: le Chiese, l’Occidente, Israele, i Paesi Arabi – ha osservato –. Ma noi, noi sappiamo esattamente ciò che siamo, ciò che vogliamo, ciò che possiamo e dobbiamo fare?”. Quindi ha aggiunto: “Una nota dominante della nostra realtà è che il cristiano in Medio Oriente ha paura dell’avvenire”. Da qui l’invito a ciascuno ad esaminare le proprie “reazioni di fronte agli avvenimenti della Primavera araba” e a riflettere sul contributo che i cristiani, possono apportare. Come quello della carità nei suoi diversi aspetti sociali: l’accettazione della diversità dell’altro e la cooperazione tra cristiani e con l’altro. Mons. Sabbah ha poi insistito sulla necessità oggi in Medio Oriente e in Israele, di un nuovo modello di presenza cristiana e dunque di una nuova formazione ed educazione, di un nuovo stile di vita e di approccio ai problemi. Nuovo modello di presenza cristiana che deve essere al centro della nuova evangelizzazione. (T.C.)







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