Pakistan: il governo rende omaggio alla memoria di Shahbaz Bhatti
Tutti vertici dello stato pakistano hanno aderito al convegno promossa da Paul Bhatti
e All Pakistan Minorities Alliance (Apma), per onorare la memoria di Shahbaz
Bhatti, ministro cattolico per le Minoranze assassinato dagli estremisti islamici
il 2 marzo 2011. Fra gli esponenti del governo e delle istituzioni ha spiccato la
presenza del primo Ministro Yusuf Raza Gilani, che ha rinnovato l'impegno dell'esecutivo
a "garantire il benessere delle minoranze" e annunciato una serie di provvedimenti"
al riguardo. "I quattro seggi riservati alle minoranze al Senato - ha aggiunto il
premier citato dall'agenzia AsiaNews - e la quota del 5% negli uffici pubblici sono
solo alcuni dei molti traguardi raggiunti da Shahbaz Bhatti a favore delle minoranze".
In un messaggio inviato a Paul Bhatti e ai membri Apma, il presidente pakistano Asif
Ali Zardari ha reso omaggio all'impegno di Shahbaz "alla causa degli emarginati e
dei settori più indifesi della società, in particolare le minoranze". Il capo di Stato
lo ricorda come "un uomo di grandissimo coraggio e convinzione personale" nel suo
lavoro, tanto da "non cedere di fronte alle minacce" degli estremisti. "Rinnoviamo
il proposito - ha anche aggiunto Zardari - di seguire i principi e le linee guida
della nostra religione, della Costituzione e degli insegnamenti del nostro fondatore
[Ali Jinnah] nell'assicurare protezione alle minoranze e agli emarginati". Anche Bilawal
Bhutto Zardari, figlio di Benazir e presidente del Partito popolare pakistano (Ppp),
ha ricordato Shahbaz sottolineando che "il sangue dei martiri e di quanti sono dediti
alla creazione di un Pakistan tollerante, democratico e pluralista, che rispetta piuttosto
che permettere l'assassinio delle sue minoranze, non scorrerà invano". Il 2 marzo
scorso, in occasione del primo anniversario dalla morte del 42enne ministro per le
Minoranze religiose, si sono tenute messe e veglie di preghiera a Faisalabad, nel
villaggio natale di Khushpur (nel Punjab), a Lahore, nel Multan, a Karachi e in altre
località. Nella capitale Islamabad, dove è morto per mano degli estremisti, il corpo
crivellato da una trentina di colpi, si è tenuta la cerimonia conclusiva, con una
fiaccolata che ha toccato la sua abitazione e il luogo in cui è avvenuto l'agguato
mortale. In questi mesi gli inquirenti hanno cercato di insabbiare la vicenda, attribuendo
il movente a dissapori familiari o a divergenze economiche. Ad oggi non si ha un identikit
degli attentatori, anche se il gesto è stato fin da subito rivendicato da una fazione
estremista pakistana. E nemmeno l'esecutivo, a dispetto dei proclami di facciata,
ha esercitato serie pressioni perché la magistratura individuasse i veri assassini.
(M.G.)