Il lato oscuro della Rete: appello ad una maggiore consapevolezza dei rischi di Internet
Internet un mondo di potenzialità ma anche di rischi: questo il cuore della conferenza
dal titolo “Il lato oscuro della rete. La sfida di Ulisse oggi: varcare il virtuale”,
che si è tenuta ieri nella sede della Federazione nazionale della stampa, a Roma.
Ad intervenire Fabio Ghioni, hacker, tra i massimi esperti di sicurezza informatica,
e la nostra collega Fausta Speranza. Il servizio di Debora Donnini.
“Consapevolezza”
è la parola chiave per entrare nella Rete. Obiettivo della conferenza, far conoscere
questo “lato oscuro” che può incidere più di quanto si pensi. Ma quale è questo “lato
oscuro”? Ci risponde lo stesso Fabio Ghioni, tra i massimi esperti di sicurezza
informatica:
R. – Trovi chi usa la rete per truffare, chi per esempio sfrutta
Facebook non per contattare un cugino che non vede da trent’anni ma lo usa per fare
la profilazione di persone, per trovare foto di bambini o per fare stalking.
Se si considera cos’è un social network oggi, si capisce che è un sistema di schedatura
di massa, volontaria. Praticamente, io mi sto consegnando ad un sistema che da quel
momento in poi ha il possesso, di fatto, di tutti i miei dati. Con la meccanica dei
“mi piace-non mi piace”, dei "post" che si fanno, si rivela tutto di se stessi.
D.
- Quindi lei lancia un allarme riguardo ai social network o invita ad usarli con prudenza?
R.
- Io lancio un allarme sull’uso inconsapevole di qualunque cosa ma soprattutto della
Rete e dei sistemi di raccolta dati che ci sono in Rete, perché l’uso inconsapevole
di questi si può ripercuotere su una persona per tutta la vita.
D. - Il suo
appello è quindi quello di usare, sì, la Rete ma con consapevolezza ...
R.
- Esatto. L'appello è ad usare Internet con consapevolezza ma soprattutto ad approcciarsi
a quest’epoca con consapevolezza; a tutti i segnali che vengono dati da un’era tecnologica.
Si corre altrimenti il rischio di essere manipolati o che l’opinione delle persone
venga più o meno controllata, a seconda anche della fascia sociale di appartenenza.
La tendenza quindi ad essere manipolati è elevata.
D. - Secondo lei è quindi
necessario un maggiore controllo?
R. – Ci vorrebbe innanzitutto un’educazione
adeguata per usare questo strumento, fin da bambini. Dopo l’educazione sicuramente
sì, un po’ di controllo potrebbe aiutare a superare i problemi causati da coloro che
ne abusano.
Non si vuole condannare la Rete. Internet presenta, infatti, enormi
opportunità ma è una tecnologia che si è inserita nella vita delle persone con grande
velocità e dunque va conosciuta: è quanto ha messo in luce la nostra collega Fausta
Speranza:
"Quest’anno il Premio Sacharov del Parlamento Europeo
è stato assegnato a quei giovani che attraverso i social network hanno fatto alcune
denunce: dai social network è nata tutta la Primavera Araba. Dunque, assolutamente
non si vuole 'demonizzare' affatto Internet, che è un mezzo che ha messo in connessione
le persone. Il punto è un altro: Internet è un universo che non ha territorio fisico.
Fino ad ora abbiamo ragionato per legislazioni che partivano da un territorio, con
confini e giurisdizioni: Internet invece annulla tutto ciò. Perché allora è doverosa
la riflessione? Lo è per il singolo utente che deve navigare con maggiore consapevolezza
dei rischi di qualunque tipo, come può essere il furto dei dati personali, l’adescamento
da parte di un pedofilo o tanti altri ma anche sul piano legislativo perché a livello
internazionale Internet rappresenta sicuramente la sfida epocale per il legislatore".
(cp)