Dio parla anche con il suo silenzio: così il Papa all'udienza generale
Nell’epoca del “frastuono”, impariamo a riscoprire il valore del “raccoglimento interiore”,
che ci permette di ascoltare la voce di Dio. È l’invito che Benedetto XVI ha rivolto
alle migliaia di persone presenti in Piazza San Pietro per l’udienza generale. Il
Papa ha concluso la riflessione sulla preghiera di Gesù, soffermandosi in particolare
sul “silenzio” di Dio nell'ora della Croce. Al termine, il Pontefice ha incoraggiato
alla speranza le popolazioni del Medio Oriente. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Nella vita di
un cristiano ha un assoluto valore ciò che per molti è insignificante, addirittura
difficile da sopportare: il silenzio. Ciò che tanti considerano un vuoto, per chi
crede è invece lo spazio in cui parla Dio. Benedetto XVI lo ha affermato ritornando
alla scena-simbolo, quella del Golgota, che fa capire “il ruolo che assume il silenzio
nella vita di Gesù”:
“La croce di Cristo non mostra solo il silenzio di
Gesù come sua ultima parola al Padre, ma rivela anche che Dio parla
per mezzo del silenzio (...) L'esperienza di Gesù sulla croce
è profondamente rivelatrice della situazione dell’uomo che prega e del culmine dell'orazione:
dopo aver ascoltato e riconosciuto la Parola di Dio, dobbiamo misurarci anche con
il silenzio di Dio, espressione importante della stessa Parola divina”.
Ma
per comprendere questa “misura” del silenzio, l’uomo deve imparare a tacere dentro
di sé e anche fuori. E questo, ha notato il Papa, è oggi un’operazione non facile:
“La
nostra è un’epoca in cui non si favorisce il raccoglimento; anzi a volte si ha l’impressione
che ci sia paura a staccarsi, anche per un istante, dal fiume di parole e di immagini
che segnano e riempiono le giornate (…) Riscoprire la centralità della Parola di Dio
nella vita della Chiesa vuol dire anche riscoprire il senso del raccoglimento e della
quiete interiore”.
Questo principio deve valere anche per le liturgie affinché,
ha auspicato il Pontefice, siano “ricche di momenti di silenzio e di accoglienza non
verbale”. Tuttavia, non basta fare silenzio per lasciare spazio a Dio. Spesso, ha
proseguito Benedetto XVI, è anche Dio a fare silenzio con noi e in quel caso, ha detto…
“…proviamo
quasi un senso di abbandono, ci sembra che Dio non ascolti e non risponda. Ma questo
silenzio di Dio, come è avvenuto anche per Gesù, non segna la sua assenza. Il cristiano
sa bene che il Signore è presente e ascolta, anche nel buio del dolore, del rifiuto
e della solitudine. Gesù rassicura i discepoli e ciascuno di noi che Dio conosce bene
le nostre necessità in qualunque momento della nostra vita”.
Lo sapeva
bene Giobbe, ha affermato il Papa, che proprio per essere stato capace di “conservare
intatta” la fede in Dio, nonostante le sventure della vita, ha potuto dire alla fine:
“Io ti conoscevo solo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti hanno veduto”:
“Noi
tutti quasi conosciamo Dio solo per sentito dire e quanto più siamo aperti al suo
silenzio e al nostro silenzio, tanto più cominciamo a conoscerlo realmente (...) San
Francesco Saverio pregava dicendo al Signore: io ti amo non perché puoi darmi il paradiso
o condannarmi all’inferno, ma perché sei il mio Dio. Ti amo perché Tu sei Tu”.
Ricordando
che la preghiera non può essere vera senza “purezza di cuore”, perdono dei nemici
e una “fiducia audace e filiale” in Dio, al di là di ciò che si sente o si comprende,
Benedetto XVI ha concluso:
“A noi, spesso preoccupati dell'efficacia operativa
e dei risultati concreti che conseguiamo, la preghiera di Gesù indica che abbiamo
bisogno di fermarci, di vivere momenti di intimità con Dio, ‘staccandoci’ dal frastuono
di ogni giorno, per ascoltare, per andare alla ‘radice’ che sostiene e alimenta la
vita”.
Al termine della catechesi, Benedetto XVI ha salutato i vescovi
armeni giunti a Roma per il loro Sinodo, ringraziandoli per l’antica fedeltà al Successore
di Pietro che – ha osservato - li ha sempre sostenuti nelle innumerevoli prove della
storia”. Ed ha aggiunto una preghiera per le popolazioni del Medio Oriente perché
perseverino con speranza nelle “gravi sofferenze” che le affliggono. Altri saluti
di Benedetto XVI hanno raggiunto i fedeli di Lamezia Terme – che hanno ricambiato
visita fatta dal Papa alla loro diocesi lo scorso ottobre – ma anche i sacerdoti e
i seminaristi del Centro di spiritualità Vinea mea del Movimento dei Focolari
e le Suore Serve di Gesù Cristo. “Tutti esorto a trasmettere sempre con la testimonianza
della vita la gioia della corrispondenza generosa e fedele alla divina chiamata”.
Dopo
l’udienza generale, Benedetto XVI ha incontrato nell’auletta dell’Aula Paolo VI il
ministro federale delle Finanze della Germania, Wolfgang Schäuble, insieme con la
consorte e un seguito, per presentare il francobollo emesso con il Governatorato dello
Stato della Città del Vaticano per i 500 anni della Madonna Sistina di Raffaello.