2012-03-07 14:09:12

Consiglio d'Europa: i vescovi chiedono di porre la verità dell'uomo al centro della politica


Promuovere il dialogo tra fede è ragione e fornire una testimonianza della carità che diventa anche segno della presenza di Dio. Questo è l’intento della missione - in corso dal 5 all’8 marzo - di nove Conferenze episcopali del Sud-Est Europa che si sono recate a Strasburgo per incontrare alcuni responsabili del Consiglio d’Europa con i quali stanno discutendo di democrazia, diritti dell’uomo, della dimensione religiosa del dialogo interculturale, nonché delle ultime sentenze presso la Corte europea, specialmente quelle legate alla religione e alla Chiesa. A spiegare all'agenzia Sir le ragioni che hanno spinto i presidenti delle Conferenze episcopali di Albania, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Cipro, Grecia, Moldavia, Romania, la Conferenza episcopale internazionale Santi Cirillo e Metodio e la Turchia, è padre Duarte da Cunha, segretario generale del Consiglio delle Conferenze episcopali europee (Ccee). “Il Consiglio d’Europa - sottolinea padre da Cunha - fa parte di quelle realtà nate nel dopoguerra che volevano essere promotrici della pace e della giustizia”. Rispetto dunque alla difesa dei diritti umani e di alcuni valori fondamentali, “la nascita del Consiglio d’Europa - prosegue il segretario generale del Ccee - è stata senza dubbio un passo importante”. La domanda a cui stanno cercando di dare una risposta i vescovi europei presenti a Strasburgo è “Come fare per promuovere la verità dell’uomo e della donna, la vera ecologia umana che i Papi, da anni, invitano a porre al centro dell’attività politica?”. Padre da Cunha sottolinea come i diritti dell’uomo, lo Stato di diritto e la democrazia siano “valori che sono considerati comuni e trascendenti ad ogni cultura. Ma quali sono - domanda - i fondamenti di questi valori? Per noi - aggiunge - è impossibile parlare di valori senza un riferimento alla dignità dell’uomo e quindi al Creatore e alla natura da lui creata. Esiste, quindi, anche una prospettiva culturale che ci obbliga ad essere qui presenti, attenti e propositivi”. Da qui la necessità per la Chiesa di entrare anche nei contesti istituzionali europei. “La questione - spiega padre da Cunha - è molto politica, ma è ancora prima culturale, perché riguarda il significato della vita personale e sociale, e quindi ai fondamenti della convivenza umana. E qui, come Chiesa, siamo, sicuramente coinvolti”. Ed aggiunge: “Qui si definiscono linee e quindi si fa cultura e modo di pensare che dopo diventa legge e proposta educativa per tutti i giovani. Se per noi è evidente che le nostre idee non sono relative, ma sono certe e nascono dalla luce dello Spirito di Dio, allora, siamo obbligati ad essere protagonisti. Spero che questi giorni possano essere utili per questo lavoro”. Momento particolarmente importante per i presidenti delle Conferenze episcopali sarà oggi la Messa per l’Europa che si celebrerà alle 18.30 nella cattedrale della città. La cerimonia sarà celebrata dall’arcivescovo, mons. Jean-Pierre Grallet, e sono invitate numerose persone impegnate nelle istituzioni europee: eurodeputati, ambasciatori e funzionali del Consiglio d’Europa, giudici della Corte europea dei diritti dell’uomo e anche membri di comunità e organismi ecclesiali che partecipano al cammino europeo. (M.G.)







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