Regno Unito: i leader religiosi per la tutela delle vittime di violenza domestica
Il Caritas social action network di Inghilterra e Galles esprime soddisfazione per
l’emendamento, approvato oggi dalla Camera dei Lord, al progetto di legge sulla violenza
domestica. Tale emendamento, infatti, elimina la restrizione delle prove ammesse per
concedere, alle vittime di abusi, l’aiuto legale. Se tale restrizione fosse stata
approvata, non sarebbe bastato l’aver usufruito di un Centro di assistenza caritativo,
inclusa una casa per donne maltrattate, né sarebbero stati sufficienti i referti medici
o la presenza della polizia sulla scena dell’abuso domestico per ottenere assistenza
legale. Il governo inglese ha così accolto l’appello lanciato solo ieri da dieci leader
religiosi del Paese che avevano inviato una lettera al segretario di Stato per la
Giustizia. Kenneth Clarke. A firmare la missiva, tra gli altri, mons. Peter Smith,
arcivescovo cattolico di Southwark, rev. Timothy Stevens, vescovo anglicano di Leicester,
e John Benjamin, rappresentante degli ebrei britannici. “Il progetto di legge – si
leggeva nella lettera – priverà molte persone vittime di abusi domestici del sostegno
legale necessario per ottenere ingiunzioni contro familiari violenti o per garantire
la custodia dei figli”. Riconoscendo le violenze domestiche come “uno dei mali più
grandi della nostra società”, i leader religiosi affermavano che la proposta normativa
rischiava di minare i progressi ottenuti in quest’ambito dai vari governi che si sono
succeduti nel tempo. La lettera degli esponenti religiosi seguiva la pubblicazione
di una ricerca sugli abusi domestici realizzata da alcune organizzazioni caritative:
secondo il rapporto, se il progetto di legge fosse stato approvato così com’era, il
46% delle vittime di violenza non avrebbe avuto più accesso all’aiuto legale. La missiva
si concludeva quindi con l’affermazione che “il progetto di legge lascerà senza sostegno
le vittime, anche quelle che sono ancora a rischio di ulteriori violenze”. Sulla stessa
linea anche il Caritas social action network, il cui direttore generale, Helen O’Brien,
affermava: “Secondo noi, queste restrizioni sono ingiustificabili e crediamo che il
progetto di legge debba essere modificato al fine di proteggere le persone più vulnerabili
della nostra società”. (A cura di Isabella Piro)