2012-03-05 13:44:22

Russia: netta vittoria di Putin alle presidenziali. Denunce di brogli, opposizione in piazza


Con quasi il 64 per cento dei consensi, Vladimir Putin ha vinto nettamente le presidenziali russe di ieri e torna dunque al Cremlino. Nel discorso dopo la vittoria, Putin ha definito la sfida “aperta e onesta”. Un giudizio che non viene condiviso dagli osservatori europei dell’Osce e del Consiglio d’Europa, che hanno parlato di elezioni “chiaramente alterate” a favore del premier e contrassegnate da “numerose irregolarità”. Attese per oggi manifestazioni contro i brogli da parte delle opposizioni. Per un commento sul risultato delle presidenziali in Russia, Cecilia Seppia ha sentito Fulvio Scaglione, vicedirettore di "Famiglia Cristiana" ed esperto di questioni russe:RealAudioMP3

R. – Era abbastanza prevedibile che dopo la figuraccia – chiamiamola così – delle elezioni politiche di ottobre, con il regresso fortissimo di Russia Unita, quindi del suo partito, Putin si sarebbe organizzato per ottenere esattamente questo risultato: passare al primo turno e dimostrare di avere ancora una solidissima maggioranza. Bisogna vedere ora quanto c’è di naturale in questo risultato, quanto c’è di artificioso o addirittura di illegale, di brogli, di costrizioni…

D. – A proposito di brogli già sono arrivate numerosissime denunce e gli osservatori hanno parlato di episodi di caroselli elettorali: gruppi di elettori trasportati insieme a bordo di pullman per votare in più seggi…

R. – Io sono piuttosto convinto che tutto l’apparato della burocrazia statale, della burocrazia militare e quindi quelle grosse organizzazioni che possono mobilitare in poco tempo molti, moltissimi voti, sono state messe sottopressione proprio per votare per Putin. Quello che voglio dire è che le alternative erano per non dire irrisorie, certamente molto deboli. Da Ziuganov a Zhirinovsky, al miliardario Prokhorov, non è che ci fosse una proposta politica alternativa, convincente e che facesse pensare di essere capace di scalzare Putin, con o senza brogli.

D. – Ci sono state anche delle critiche sulle webcam, collocate dal governo nei pressi dei seggi proprio perché il governo voleva dar prova di trasparenza. Eppure pare che siano state, in qualche modo, oscurate e quindi neanche da Internet era possibile monitorare il voto…

R. – Anche qui nessuna sorpresa. La democrazia se c’è, esiste perché c’è un sistema di contrappesi, di garanzie, che limitano il potere dei leader. La democrazia non certo esiste perché ci sono i telefoni o le webcam o i computer. Quindi che le webcam piazzate nei seggi elettorali abbiano dato scarsa prova di sé è una delle tante cose che non stupiscono.

D. – Sicuramente bisognerà aspettare per verificare il voto, ma da dove viene questo consenso, questa scelta? Forse dalla volontà della popolazione di essere quasi rassicurata? Eppure da dicembre si sono verificate fortissime contestazioni contro queste presidenziali...

R. – Io credo che i due fenomeni stiano perfettamente insieme. C’è una Russia profonda che non dimentica che Putin ha dato – in un modo o nell’altro – una stabilità al sistema. Le generazioni più giovani, quelle che hanno meno memoria del passato e che si sono affacciate sulla scena della politica negli ultimissimi anni, hanno invece più fresca la memoria di Putin primo ministro, nella crisi globale, dell’incerta conduzione politica da parte dello stesso Putin di questa crisi e del generale impoverimento della nascente classe media, che in Russia ha subito la stessa sorte che ha subito nei Paesi occidentali: quella, appunto, di impoverirsi. Quindi i due fenomeno stanno insieme. Il problema della contestazione a Putin e alla politica del Cremlino, che pure è stata fortissima, è di essere così eterogenea da fare massa, ma da non fare fronte: da tutte le contestazioni non è emersa una proposta politica che potesse essere usata contro quella del Cremlino. (mg)







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