I cattolici riscoprono la Confessione: oltre 700 sacerdoti a un corso sul Sacramento
della Riconciliazione
Oltre 700 sacerdoti di 84 nazioni a Roma per la 23ª edizione del “Corso sul Foro Interno”,
per parlare del Sacramento della Riconciliazione, organizzato dalla Penitenziera Apostolica.
Tra gli interventi da segnalare quelli del cardinale Manuel Monteiro de Castro, penitenziere
maggiore, e di mons. Gianfranco Girotti, reggente della Penitenzieria. Sergio
Centofanti ha chiesto a mons. Girotti come rilanciare il Sacramento della Confessione:
R. – Sono convinto
che oggi la riscoperta del Sacramento della Penitenza dipenda in grande misura dai
sacerdoti e soprattutto dalla consapevolezza che loro sono i depositari di un ministero
prezioso e insostituibile. Il Beato Giovanni Paolo II diceva che i sacerdoti, nell’impartire
ai fedeli la Grazia del perdono con il Sacramento della Penitenza, compiono l’atto
più alto - dopo la celebrazione dell’Eucaristia – del loro sacerdozio.
D.
– Ci sono segni di una riscoperta del Sacramento della Penitenza?
R. – Grazie
a Dio, sì. Certo occorre sempre percorrere nuovi cammini penitenziali che indichino
effettivamente la volontà di camminare, di accostarsi al Sacramento della Riconciliazione
come alla conclusione di un percorso, nel quale il fedele deve sentire i propri atti
non come dichiarazioni di buona volontà, ma come presenza della Grazia nella propria
vita. Sicuramente, persiste un certo affievolirsi del senso del peccato, ma avvertiamo
anche che in questi ultimi tempi tanti fedeli vivono il Sacramento con una nuova dimensione.
D. – A volte si sente tra i fedeli il problema della differenza di approccio
tra i diversi confessori: c’è chi dice che uno è più rigido, uno è più morbido…
R.
– Infatti i nostri corsi hanno proprio questo obiettivo di rafforzare la competenza,
la dottrina dei confessori per aiutarli ad agire sempre nel magistero della Chiesa,
affinché non vi siano disparità di giudizi, ma che tutti quanti applichino i principi
del magistero della Chiesa.
D. – A volte - si dice - ci sono anche diverse
soluzioni ai vari problemi...
R. – Sì, questo può capitare. Però non è che
nel dare nella confessione delle indicazioni arbitrarie su problemi delicati il sacerdote
può esprimere quello che pensa lui: si deve sempre proporre la legge della Chiesa.
D. – Che consiglio darebbe ad un confessore?
R. – Un buon confessore
deve mostrarsi sempre accogliente, sereno, soprattutto non frettoloso; deve avere
sempre la massima cortesia e non dimenticando che il confessore svolge un compito
paterno, perché rivela agli uomini il cuore del Padre: impersona proprio l’immagine
di Cristo Buon Pastore.
D. – Un consiglio per i penitenti?
R. – Di
riscoprire il valore di questo Sacramento, che è il Sacramento della santificazione,
importantissimo nella vita dei cristiani. (mg)