Vescovi nigeriani: Terrorismo, economia, educazione le priorità
"La storia recente della Nigeria è stata contrassegnata da crisi durate anni che hanno
spezzato molte vite e per le quali si è sprecato tempo prezioso che avrebbe potuto
essere utilizzato per realizzare un autentico sviluppo nella nostra terra". Lo affermano
i vescovi della Nigeria nel documento finale della loro prima Assemblea Plenaria dell'anno
che si è conclusa nella capitale federale, Abuja, venerdì scorso. Nel documento –
riporta l’Agenzia Fides - si sottolinea che il 2012 è iniziato con la crisi, l'abolizione
"inopportuna" dei sussidi per i carburanti che ha scatenato "8 giorni di protesta
che hanno arrestato l'economia, con la perdita di vite preziose e di migliaia di miliardi
di naira". Per quanto riguarda il terrorismo della setta Boko Haram, i vescovi affermano:
"Il 2011 ha confermato i nostri peggiori timori che il nostro Paese, già alle prese
con la povertà, la corruzione e il crollo delle infrastrutture, si trova ad affrontare
ora il problema del terrorismo e del conseguente fenomeno degli sfollati interni".
Tra gli attentati più gravi c'è quello che ha colpito i fedeli (ma anche passanti
e musulmani) che si apprestavano a celebrare la Veglia di Natale nella chiesa di Santa
Teresa a Madalla. Nell'estendere a tutte le vittime, di ogni fede, le proprie condoglianze,
i vescovi richiamano lo Stato alle sue responsabilità di difendere i propri cittadini.
Nel comunicato si apprezzano gli sforzi effettuati di recente per fermare i membri
di Boko Haram, così come la condanna degli attentati da parte dei leader musulmani.
“Ci complimentiamo – affermano - per il gesto esemplare di civiltà con il quale i
musulmani hanno protetto i cristiani mentre pregavano, e i cristiani hanno protetto
i musulmani durante la loro preghiera", sottolinea il comunicato. Quindi la Conferenza
episcopale nigeriana ha lanciato un appello al dialogo e alla riconciliazione nazionale,
ed in particolare alla politica, perché ascolti le richieste dei cittadini. Per formare
cittadini coscienti dei propri diritti e doveri, capaci di apportare il loro contributo
allo sviluppo del Paese, si richiama la necessità di garantire un sistema educativo
efficiente. I vescovi, inoltre, ricordano il contributo offerto dalla Chiesa cattolica
nel campo dell’educazione: "Nonostante un contesto sfavorevole, la Chiesa cattolica
ha sempre attuato enormi investimenti in materia di istruzione, a livello primario,
secondario e terziario. La Chiesa – concludono - non ha alcuna intenzione di utilizzare
le proprie scuole per costringere nessuno a diventare cattolico. Sta solo offrendo
il proprio contributo alla costruzione di una nazione giusta e umana". (E.B.)