2012-03-02 14:09:36

L'amore coniugale come fonte di educazione nei "Dialoghi in cattedrale" al Laterano


Inaugurato ieri sera nella Basilica di San Giovanni in Laterano a Roma il consueto ciclo di incontri “Dialoghi in cattedrale”. Esponenti del mondo laico e ecclesiastico si confronteranno quest’anno sul tema dell’educazione. Argomento del primo incontro “l’amore coniugale sorgente dell’azione educativa per le nuove generazioni”. Il servizio di Michele Raviart:RealAudioMP3

Il ruolo centrale dei genitori nell’educazione dei figli appare oggi in una posizione sempre più fragile, a causa di una crisi di valori che coinvolge tanto la società quanto il concetto stesso di coppia. Ad essere in discussione è la funzione della prima e più importante fonte di educazione, come ci spiega il cardinale vicario Agostino Vallini:

“Ci pareva che uno dei primi argomenti sul tema dell’educazione non guardasse tanto all’educando quanto all’educatore e soprattutto alla funzione generativa di educazione che viene dalla vita della coppia: cioè, i genitori sono i grandi educatori , poi ce ne sono altri, però i primi e più grandi sono i genitori, con la loro vita e il loro amore”.

In Italia il numero dei matrimoni è crollato del 40% dagli anni settanta e ad essere a rischio è il valore etico del rapporto di coppia, inteso come una paziente costruzione di un legame di comunione. In una società in cui essere adulti vuol dire solamente raggiungere l’indipendenza economica, a venir meno è la responsabilità verso la società, assunta pubblicamente con l’impegno del matrimonio. Prof. Eugenia Scabini, dell’Università Cattolica di Milano:

“La Chiesa è l’unica voce seria e forte che richiama l’importanza del legame coniugale e lo richiama con molto realismo, invitando a un paziente recupero di questo legame, affidandosi al fatto che Dio ci ha amati per primi. Il problema è rendersi conto che i figli hanno bisogno non solo di un buon padre e di una buona madre ma di un buon rapporto tra padre e madre”.

L’amore coniugale è il fondamento dell’amore per i figli, ma mentre quest’ultimo è avvertito giustamente come indissolubile, quello tra i coniugi è percepito come facilmente scioglibile. Viene quindi a mancare il sacrificio di sé all’altro, perlopiù limitato, da un punto di vista cristiano, da una visione esclusivamente mondana dell’amore. Per la Chiesa il matrimonio è “una reale partecipazione all’amore di Dio”, come ci spiega padre Marko Ivan Rupnik, direttore del Centro Aletti:

“Non è la famiglia il sacramento, ma l’amore coniugale è il sacramento. Il che vuol dire la partecipazione alla Pasqua di Cristo, all’amore di Dio che si realizza nel Triduo Pasquale. L’unica cosa che l’uomo veramente può trovare come un punto forte e solido è una comunione che riesce a far rinunciare a se stessi, a morire e resuscitare alla vita nuova. Penso che se a un figlio si trasmette un rapporto vero, non romantico, ma drammatico, come sono i rapporti, e lui vede che i genitori sono capaci di morire e resuscitare come mamma e papà della comunione allora si è trasmesso qualcosa di solido”.

Il dono d’amore dei coniugi ai figli non nasce dal nulla, ma è la risposta al dono precedentemente ricevuto da Dio, indispensabile guida per educare i figli a superare le prove della vita e renderli “soggetti in crescita da introdurre nella realtà”.







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