Spagna: messaggio dei vescovi per la Giornata della Vita
“Amare e curare tutta la vita umana”: è questo il tema scelto dalla Chiesa spagnola
per la Giornata per la Vita che si celebra il 26 marzo. In un lungo messaggio, redatto
dalla Commissione episcopale per la famiglia e la difesa della vita, i vescovi iberici
spiegano la scelta del tema: “Con esso vogliamo promuovere una cultura a favore della
famiglia e della vita”, evitando che “la cultura della morte promuova nella legislazione
attacchi contro la vita, presentati come se fossero manifestazioni di progresso o
dimostrazioni di umanità”. Come il granello di senape descritto nel Vangelo di Marco,
ribadisce la Conferenza episcopale spagnola (Cee), “la vita umana nascente racchiude
in sé la speranza di una pienezza piena di promesse”. Per questo, “ogni vita umana
appare unica, irripetibile e insostituibile. Il suo valore non si può misurare in
relazione a nessun oggetto, né compararsi con un’altra persona. Ogni essere umano
è un valore assoluto”. Di qui, la sottolineatura forte che la Chiesa spagnola fa al
fatto che “tutti gli esseri umani sono uguali nel diritto alla vita”. E tale uguaglianza,
prosegue il messaggio, “è la base di tutta l’autentica relazione sociale che, per
essere vera, deve fondarsi su verità e giustizia, riconoscendo e tutelando ogni uomo
ed ogni donna come persona e non come una cosa della quale si può disporre”. Inoltre,
grazie all’incarnazione di Cristo, ricorda la Cee, “la fede cristiana rivela all’uomo
il valore incalcolabile della vita” e ciò implica che “la vita umana, nella sua grandezza
e dignità, debba essere rispettata e curata dal concepimento e fino alla morte naturale”.
Forte, quindi, “il rifiuto assoluto” dell’aborto “diretto e volontario”, così come
dell’eutanasia, della quale, scrivono i presuli, “in nessun caso si può accettare
la legittimazione sociale”. “ Un essere umano - prosegue il messaggio – non perde
mai la sua dignità, qualunque sia la sua condizione fisica o psichica. Tutte le persone
malate meritano ed esigono un rispetto incondizionato e la loro vita non può essere
valutata in base al criterio esclusivo della qualità o del benessere soggettivo”.
Per questo “la morte non deve essere mai causata con un’azione o un’omissione, neanche
con l’obiettivo di eliminare il dolore”. Ribadendo, poi, che “l’apertura alla vita
è segno di apertura al futuro”, la Chiesa spagnola richiama l’attenzione sulla famiglia,
definita “fondamentale nell’itinerario educativo della persona e nello sviluppo dei
singoli e della società”. Di qui, l’appello a “politiche giuste che favoriscano l’istituzione
familiare” e a “leggi che aiutino lo sviluppo di una cultura della vita per crescere
nell’umanità”. Esprimendo infine soddisfazione per alcune decisioni dell’Unione Europa
– come il divieto a brevettare farmaci derivati da embrioni umani, se i procedimenti
seguiti possono distruggere gli embrioni stessi, o il no a procedure eutanasiche sia
attive che omissive – i presuli ribadiscono l’importanza del rispetto per l’essere
umano nella sua integrità. (I.P.)