2012-03-01 14:41:31

L'obiezione di coscienza tra etica e politica in un Convegno a Roma


"L’obiezione di coscienza come diritto umano". Questo l’argomento del convegno promosso ieri a Roma dal centro studi Tocqueville-Acton, dalla Fondazione Novae Terrae e dalla Rubbettino editore. Un tema, tra etica e politica, tornato all’attualità delle cronache dopo la decisione del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, di obbligare tutte le strutture ospedaliere, comprese quelle cattoliche, a fornire gratuitamente contraccettivi e prodotti abortivi. Il servizio di Michele Raviart:RealAudioMP3

L’annuncio di Barack Obama ha imposto al dibattito pubblico statunitense una questione, quella dell’obiezione di coscienza, che in America è strettamente legata alla libertà religiosa. Obbligare le assicurazioni sanitarie a garantire gratuitamente l’accesso ai contraccettivi e all’aborto significa, per un cittadino americano, un’ingerenza indebita del governo federale su scelte personali e un attacco al primo emendamento della Costituzione. Ed il parziale passo indietro dell’amministrazione non è stato giudicato sufficiente da chi si oppone a questo aspetto controverso della riforma sanitaria, primi tra tutti i vescovi americani, guidati dal cardinale arcivescovo di New York, Timothy Dolan. Ecco la riflessione del prof. Robert Royal, presidente del "Faith and Reason Institute" di Washington, intervenuto al convegno:

"Tutti i nostri vescovi sono d’accordo che questa è una minaccia alla libertà religiosa. Anche gli evangelici, gli ebrei, i musulmani e i laici si trovano d’accordo con loro. Io sono ottimista, perché negli Stati Uniti in questi giorni c’è stata questa reazione, misurata, ma allo stesso tempo forte, che dice: 'Dobbiamo risolvere la questione della libertà prima dei dettagli di questo provvedimento sulla salute'”.

Nel Vecchio Continente, il diritto all’obiezione di coscienza è stato sancito dal Consiglio d’Europa nel 2010, come ha ricordato al convegno l’onorevole Luca Volonté, capogruppo del Partito popolare europeo. Ma se è vero che “nessuna persona può essere costretta ad eseguire un aborto”, non mancano i rischi di aggirare le normative esistenti. La riflessione del prof. Francesco D’Agostino dell’Università di Roma "Tor Vergata":

"L’attacco che oggi viene fatto all’obiezione di coscienza cerca di porre gli obiettori in una situazione di emarginazione sociale, ad esempio, dicendo ai giovani che vogliono studiare medicina, 'se siete obiettori all’aborto non potete studiare ginecologia'. Questo attacco all’obiezione è molto subdolo, perché apparentemente, salva la legislazione sull’obiezione di coscienza, ma nel concreto, pone tali handicap a coloro che vorrebbero pubblicamente dichiararsi obiettori da indurli a cambiare strada".

L’obiezione di coscienza è il risultato di millenni di tensione tra etica e politica. Dall’Antigone di Sofocle, lacerata tra la legge degli dèi e la legge del re, a San Tommaso d’Aquino ed Henry Thoreau, la legittima disobbedienza alle leggi giudicate ingiuste è ormai uno degli indicatori più significativi del rapporto tra cittadini e potere. Ancora il giurista D’Agostino.

"Uno Stato che accetta di riconoscere l’obiezione di coscienza, è uno Stato che rinuncia alla propria onnipotenza, e accetta che alcuni cittadini si possano autoregolamentare in modo diverso. L’obiezione di coscienza va difesa - oltre che per i valori che gli obiettori portano avanti - perché si trova pienamente in linea con una logica di limitazione del potere statale contro ogni tentazione assolutistica che il potere porta inevitabilmente con sé".







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