Sri Lanka. I vescovi al governo: non dimenticate i problemi reali del Paese
Smantellare i nuclei armati illegali, presentare una lista delle persone scomparse
durante la guerra civile e tradurre in singalese e tamil ogni documento ufficiale.
Sono alcuni dei consigli che la Conferenza episcopale dello Sri Lanka (Cbcsl) dà al
governo per rendere più efficace il della Lessons Learnt e Reconciliation Commission
(Llrc), la commissione creata dal presidente Mahinda Rajapaksa per indagare sulle
fasi finali del conflitto etnico. Pubblicata nel dicembre 2011 dopo un anno di lavoro,
la relazione indica alcune proposte per promuovere la riconciliazione dell'intera
comunità. A quasi tre anni dalla fine della guerra civile, il Paese porta ancora piaghe
profonde. Il governo - riferisce l'agenzia AsiaNews - continua a contrarre debiti
investendo grandi capitali in megaprogetti turistici (col risultato di devastare l'ecosistema
e danneggiare migliaia di contadini e pescatori srilankesi) e finanziando il settore
della difesa. Intanto, oltre 200mila persone vivono ancora nei campi profughi, senza
poter di tornare nei loro villaggi e nelle loro case, né però essere trasferiti in
altre abitazioni. Nella sola penisola di Jaffna, 39mila vedove di guerra non ricevono
sussidi di alcun tipo, pur non avendo un lavoro stabile con cui mantenersi. Per non
parlare delle circa 12mila persone, soprattutto uomini, scomparsi nel nulla e di cui
le autorità non danno conto. Molti considerano la relazione della Llrc una risposta
al del 26 aprile 2011, che accusava il governo srilankese dell'assassinio di oltre
40mila civili in bombardamenti militari ed esecuzioni a sangue freddo. Due giorni
fa, il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha proposto una risoluzione
sui presunti abusi commessi da governo e ribelli tamil durante la guerra civile. Lo
stesso giorno, il governo ha risposto organizzando in tutta l'isola contro la risoluzione
Onu. Secondo il documento della Cbcsl, firmato dal cardinale Malcolm Ranjith e da
mons. Norbert Andradi, presidente e segretario generale della Conferenza, è fondamentale
"non perdere di nuovo un'altra, preziosa occasione". "È corretto - si legge - affermare
che le migliaia di occasioni mancate rappresentano l'esperienza più sfortunata della
guerra. Iniziare con il riconoscere i nostri fallimenti è il miglior punto di partenza".
Proprio per questo, proseguono, "il rapporto della Llrc deve essere diffuso tra la
popolazione, traducendolo in singalese e tamil, le lingue ufficiali. La questione
della lingua nazionale è un nodo cruciale, perché la società non è solo singalese.
Il governo deve poi disarmare i nuclei illegali. Inoltre, è fondamentale affrontare
la dolorosa questione delle persone scomparse: presentando una lista di quelli che
sono ancora in custodia; facendo un resoconto di chi non lo sono [in custodia]. Si
deve rispettare il diritto legittimo della gente di sapere". I vescovi esortano a
valorizzare l'arte, il teatro e la musica, come strumenti per promuovere armonia tra
le due comunità. "Bisogna riconoscere le affinità e le caratteristiche comuni linguistiche
e culturali, per stabilire un'identità srilankese ed essere consapevoli che le culture
singalesi e tamil hanno radici molto ricche e profonde". (R.P.)