2012-02-29 15:00:01

La Bce presta 530 miliardi a 800 banche europee per evitare la crisi di liquidità


Ottimismo dal presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, in vista del vertice europeo sul patto di bilancio di domani a Bruxelles. E' di oggi, intanto, la maxi-richiesta per i prestiti a tre anni agli istituti di credito da parte della Banca centrale europea. Eugenio Bonanata:RealAudioMP3

Stabilizzare il sistema finanziario europeo, scongiurare la crisi di liquidità e rilanciare il credito. Questi gli obiettivi dell’odierna asta della Banca centrale europea (Bce), che ha allocato circa 530 miliardi a 3 anni al tasso dell’1%. Sono 800 le banche coinvolte nella seconda operazione del genere da dicembre scorso, che avviene alla vigilia del vertice europeo. L’appuntamento di domani, tra gli altri temi, sarà dedicato al patto di bilancio con l’Irlanda, che a sorpresa ha comunicato l’intenzione di affidare a un referendum la ratifica di qualsiasi decisione a riguardo. La giornata di oggi è stata segnata dalle parole del presidente della Commissione, José Barroso, il quale ha detto che è possibile una crescita dell’eurozona nel secondo semestre, che l’intesa sull’aumento del fondo salva-Stati arriverà nelle prossime settimane e che sul dossier della Spagna si deciderà a fine marzo.

Proprio oggi, il premier spagnolo, Mariano Rajoy, ha ricordato che la situazione nel Paese è difficile: il deficit è all’8,51%, a fronte del 6% previsto dal precedente governo. E per questo, Madrid è pronta a negoziare con Bruxelles la riduzione al 4,4% nel 2012. Tra le priorità dell’Europa c’è comunque la Grecia. Barroso ha escluso la possibilità di un commissario speciale per la ricostruzione di Atene, mentre nel Paese ellenico c’è da registrare una nuova giornata di scioperi contro i tagli, che proseguono senza sosta. Ieri, l’approvazione della legge che riduce le pensioni. Stasera, invece, il parlamento greco è chiamato a votare una manovra che prevede sacrifici nel campo della sanità e dunque negli ospedali: secondo gli addetti ai lavori – che oggi incrociano le braccia per tutta la giornata – la misura provocherà la chiusura di almeno 50 nosocomi pubblici.







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