"La regione Piemonte,
la città e la provincia di Torino, il parlamento italiano, i governi italiani che
si sono succeduti, le amministrazioni locali francesi e le loro associazioni ambientaliste
sono tutte concordi sulla realizzazione dell'opera. In Italia il dialogo è stato possibile
con le persone che si sono mostrate più collaborative, con molti altri permane una
difficoltà di principio non facilmente superabile". Mario Vinari, Presidente dell'Osservatorio
TAV, torna sulle caratteristiche del progetto attuale dell'alta velocità Torino-Lione,
e sulle presunte responsabilità della politica, sollevate dall'opinione pubblica,
circa il fatto di non aver finora dichiarato apertamente l'ineluttabilità dell'opera
stessa. "Io credo che non esistano opere ineluttabili o irreversibili", replica
Vinari. "Penso che ci siano delle opere fortemente motivate. Spesso in questa vicenda
si sono registrate posizioni ondivaghe da parte della politica (tra il livello nazionale
e quello locale). C'è stata inadeguatezza nell'assumere sino in fondo delle decisioni
e nel portare avanti le necessarie battaglie per rendere esplicito e coerente il quadro
delle scelte che venivano fatte". Vinari si sofferma poi sui costi del progetto
che, afferma, "sono assolutamente ragionevoli e in linea con analoghe opere di carattere
internazionale". L’opera - si precisa - costa otto miliardi e mezzo. La Comunità europea
ne finanzia il 40%. Il restante viene suddiviso tra Italia e Francia in proporzione
del 57,9% (Italia) 42,1% (Francia). In sostanza quest’opera costa all’Italia 2,8 miliardi,
in dieci anni, "e consentirà di ammodernare uno dei collegamenti che oggi si regge
su una infrastruttura del 1871", sottolinea Vinari. "E’ una somma tecnicamente gestibile
anche con delle finanziarie in tempo di crisi". Il vescovo di Susa, Mons. Badini
Confalonieri, torna ad auspicare un dialogo sempre più umano, comprensivo, schietto.
"Purtroppo - lamenta - non c’è mai stato un grosso confronto con alcune frange del
movimento TAV, che si sta riempiendo di troppe realtà diversificate al suo interno.
Alla fine, bisogna sapere anche accettare ciò che la gran parte della comunità chiede.
Non vale la pena essere troppo intransigenti". Il vescovo esprime l'utilità del
progetto e si appella al governo perché aiuti gli abitanti della regione a rasserenare
gli animi". (di Antonella Palermo)