Rapporto Unicef: un bambino su tre nel mondo vive negli slum
“Figli delle città”: sono oltre un miliardo i bambini e i ragazzi che vivono in contesti
urbani. A loro è dedicato il Rapporto sulla condizione dell’infanzia nel mondo 2012,
presentato a Roma nella sede del Senato. Il servizio di Roberta Gisotti:
Cresce la popolazione
urbana, tre miliardi e mezzo, ovvero un abitante su due. Ben 21 le megalopoli con
più di 10 milioni di abitanti, 18 delle quali in Asia, in America Latina e in Africa,
dove gli abitanti delle città hanno perfino superato quelli del Nord America e dell’Europa
occidentale. Ma certo le condizioni di vita di questi cittadini del mondo nascondono
disparità inaccettabili, dalla ricchezza opulenta alla povertà estrema: uno su tre
vive in aree degradate (slum), e i bambini sono le vittime più esposte e le
statistiche non sempre sono veritiere. Giacomo Guerrera neopresidente dell’Unicef
Italia:
"Sono le medie, che poi determinano gli investimenti, a punire ulteriormente
questi bambini che vivono ai margini. Perché le medie prendono in considerazione tutti
e, di fatto, nascondono i poveri mettendo in evidenza la situazione dei ricchi, che
stanno già bene. Noi proponiamo un intervento equo, che sappia guardare all’interno
di questi dati per intervenire in maniera autentica e determinante sugli aspetti direi
più dimenticati. La situazione è drammatica, ci sono tanti di numeri da citare: a
partire dagli otto milioni di bambini che muoiono ogni anno per polmonite, diarrea
o per motivi legati al parto proprio in queste aree dove c'è meno assistenza, meno
interventi. E, naturalmente, a patirne le conseguenze sono senz’altro i bambini".
Non
solo i bambini lontani nei Paesi in via di sviluppo, ma anche quelli vicini nelle
periferie degradate dell’Italia nei piani dell’Unicef, che rivolge un appello al governo,
in un momento di ulteriori tagli alle spese sociali:
"Noi non condividiamo
e cercheremo di lottare su questo. La situazione dei nostri bambini è stritolata da
parecchi mesi fra l’articolo 18 e lo spread... Di bambini non
se ne parla più, diciamolo e urliamolo, se vogliamo. Non se ne parla più a sufficienza
e dobbiamo rimetterli al centro dell’attenzione. I problemi economici ci sono - nessuno
lo nega - e dobbiamo tirare la cinghia un po’ tutti. Ma non dobbiamo sicuramente tirare
la cinghia proprio ai bambini, ai più deboli, a coloro che hanno maggiormente bisogno
del nostro aiuto. E’ questo che noi vogliamo chiedere al governo e certamente non
per criticarlo, ma per stimolarlo in questo impegno: è quello che pensiamo di fare
nei prossimi mesi". (mg)