2012-02-28 14:28:05

Mons. Eterović: la famiglia fondamentale per la nuova evangelizzazione


Si è tenuta nei giorni scorsi la riunione del 12.mo Consiglio ordinario della Segreteria generale del Sinodo dei Vescovi. Al centro dell’incontro la bozza dell’Instrumentum laboris del Sinodo su “La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana”, in programma in Vaticano dal 7 al 28 ottobre di quest’anno. Al microfono di Alessandro Gisotti, il segretario generale del Sinodo dei Vescovi, mons. Nikola Eterović, si sofferma sui punti salienti dell’incontro:RealAudioMP3

R. – La riunione ha dovuto esaminare una prima sintesi delle risposte pervenute dalle Conferenze episcopali del mondo intero, dai Sinodi delle Chiese orientali cattoliche sui iuris, come pure dai dicasteri della Curia Romana e dall’Unione dei superiori generali. La riunione ha avuto lo scopo di studiare le risposte, di fare una sintesi ordinata e di presentarla poi nuovamente per l’elaborazione dell’Instrumentum laboris.

D. – Una delle preoccupazioni che sta emergendo da questi lavori è l’infecondità dell’evangelizzazione attuale. Come affrontare questa sfida?

R. – Nel campo della nuova evangelizzazione, bisogna animare con un nuovo ardore, nuovi metodi e nuova espressione. L’evangelizzazione parte dunque da una realtà già esistente e si estende anche alle persone che sono lontane dalla Chiesa, che magari sono battezzate – ma non evangelizzate – e che non praticano la fede cattolica. Queste persone sono davvero molte, presenti in tanti Paesi. La nuova evangelizzazione deve inoltre dare anche una nuova spinta alla missio ad gentes, cioè alla vera e propria attività missionaria.

D. – Questa infecondità dell’evangelizzazione dipende anche dai sempre più forti processi di secolarizzazione?

R. – Dipende da tanti fattori, tra cui certamente la cultura secolarizzata, che ci circonda. Dipende, però, anche dalla controtestimonianza dei cristiani stessi come anche dei membri della Chiesa, che è Santa. Siamo tutti chiamati alla santità ma purtroppo, dobbiamo riconoscerlo, siamo tutti peccatori. La necessità della conversione, sia a livello personale sia a livello comunitario, è stata perciò messa molto in risalto, quasi fosse una pre-condizione per la nuova evangelizzazione.

D. – Ci avviciniamo al Congresso mondiale delle famiglie di Milano. Che ruolo può avere, la famiglia cristiana, nello sforzo della nuova evangelizzazione?

R. – E’ un ruolo essenziale. E’ indicativo il fatto che quasi tutte le risposte hanno sottolineato l’importanza della famiglia nella trasmissione della fede. Laddove la famiglia non svolge questo ruolo primario, vengono a manifestarsi tante difficoltà. Oggi, purtroppo, vediamo come ci siano genitori che non conoscono sufficientemente la fede, non la vivono e, con tutta la buona volontà che possono avere, non riescono a trasmetterla. E’ perciò tutta la comunità che dovrebbe aiutarli, catechizzando i genitori ma soprattutto i giovani. Anche in quel caso, la parrocchia dovrebbe aiutare molto. In alcune risposte che sono state esaminate, si nota proprio come la parrocchia dovrebbe essere “comunità delle comunità”, e le altre comunità dovrebbero far riferimento alla parrocchia. Quest’ultima, mantenendo il suo regolare servizio, dovrebbe aprirsi un po’ alla realtà che la circonda.

D. – Quanto può essere importante l’Anno della fede, voluto da Benedetto XVI per la nuova evangelizzazione?

R. – E’ una decisione davvero provvidenziale, anche per i lavori sinodali, perché ci ricorda la dimensione fondamentale della fede. La fede è la bussola che ci orienta, anche nell’affrontare questa nuova situazione che stiamo vivendo: obbedienti al mandato del Signore, siamo invitati ad annunciare la Buona Notizia ai vicini ai lontani, per la salvezza di ogni persona e del mondo intero. (vv)







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