Bolivia: dialogo della Chiesa nello scontro tra disabili e polizia
La Conferenza episcopale boliviana (Ceb) ha chiesto di deporre qualsiasi atteggiamento
di violenza e di aprire un canale per il dialogo, dopo gli scontri violenti verificatisi
tra un gruppo di persone disabili, venute fino alla sede del governo per presentare
le loro richieste, e le autorità della polizia nazionale. Mons. Eugenio Scarpellini,
segretario generale della Ceb e direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie
(Pom) in Bolivia, ha espressamente parlato della situazione delle persone con abilità
speciali e ribadito che la Chiesa sostiene il dialogo quando le parti interessate
lo richiedano. Sebbene ancora non ci sia un tavolo di dialogo, la Chiesa ha chiesto
di deporre gli atteggiamenti intransigenti per raggiungere soluzioni reali e durature.
"Non si devono cercare soluzioni del momento per pacificare gli scontri in atto, ma
soluzioni durature, che permettano un’assistenza più dignitosa e fraterna" ha affermato
mons. Scarpellini. Nella nota inviata all’agenzia Fides, mons. Scarpellini dichiara
che “la violenza non è accettabile in nessuna forma, perché minaccia l'integrità fisica
e morale della persona, inoltre sappiamo che la strada della violenza non porta da
nessuna parte. Noi credenti, come Gesù che aveva atteggiamenti di preferenza verso
i fratelli più piccoli, siamo chiamati a dare loro accoglienza e ad essere più fraterni
e solidali con loro”. Anche padre José Fuentes, segretario della Commissione di pastorale
speciale della Ceb, ha ricordato la collaborazione esistente tra la Chiesa e questo
movimento di disabili attraverso le parrocchie e la Caritas di ogni zona. In questo
momento di manifestazione, anche con il supporto materiale di generi alimentari e
farmaci. La Chiesa, attraverso le sue opere di promozione sociale, assiste anche questo
gruppo della popolazione con diverse abilità nei nove dipartimenti, attraverso i suoi
Centri e le case di assistenza. In Bolivia da 105 giorni è in corso la "Caravana de
l’integración”, che sta radunando i disabili di tutto il Paese nella città di La Paz
per chiedere di partecipare nella revisione della "Legge Generale per le persone con
disabilità". Il gruppo, composto da più di 5.000 persone, chiede un sussidio personale
al governo, mentre il ministro dell’economia ha risposto che il governo non se lo
può permettere, perché deve coprire le spese delle zone in emergenza e colpite da
calamità naturale. Secondo la stampa locale, il ministro avrebbe detto che molte di
queste persone disabili possono cercarsi un lavoro e non chiedere il sussidio. (R.P.)