Sinodo: l'evangelizzazione attuale è spesso "infeconda", ben venga l'Anno della fede
“La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana” è il titolo del
prossimo Sinodo dei vescovi, in programma in Vaticano dal 7 al 28 ottobre di quest’anno.
La bozza dell’Instrumentum laboris del Sinodo è stata oggetto di esame nei
giorni scorsi, durante la riunione del 12.mo Consiglio ordinario della Segreteria
generale del Sinodo dei Vescovi. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Come si trasmette
il Vangelo, quando in tanti oggi gli restano indifferenti? La “crisi della fede” attuale
è dunque anche una “crisi di trasmissione” della fede stessa. Attorno a questo nodo,
si è sviluppata la discussione dei cardinali e dei presuli che hanno preso parte alla
riunione in Vaticano della Segreteria generale del Sinodo, presieduta dal suo responsabile,
l’arcivescovo Nikola Eterović. Complice la celebrazione del recente Concistoro, la
riunione sinodale è stata concentrata nella giornata del 16 febbraio e ad attirare
maggiormente l’attenzione, informa una nota ufficiale, sono state quelle parti della
bozza dell’Instrumentum laboris relative all’“identità dei destinatari della
nuova evangelizzazione” e all’“identità del cristiano nella sua relazione con il Vangelo”
e con Cristo, ovvero “il Vangelo stesso”.
Analizzando i problemi legati alla
trasmissione della fede, i partecipanti alla riunione hanno riconosciuto “l’infencondità
dell’evangelizzazione attuale”, anche “in presenza di certi influssi” della cultura
contemporanea “che rendono particolarmente difficile la trasmissione della fede e
rappresentano al contempo una sfida per i cristiani e per la Chiesa”. Sfida che guarda
anzitutto alla famiglia, definita “il luogo originario della trasmissione della fede”
– sia per i contenuti che per la prassi – e alla catechesi “svolta nelle istituzioni
ecclesiali, soprattutto attraverso la liturgia con i Sacramenti e l’omelia, oppure
dando spazio alle missioni parrocchiali, alla pietà popolare, ai movimenti, alle comunità
ecclesiali”. La conclusione della nota guarda con fiducia all’Anno della fede. “Sarà
– scrivono i membri della Segreteria del Sinodo – un’occasione propizia per approfondire
il dono della fede ricevuto dal Signore per viverlo e trasmetterlo agli altri”.