Presidenziali in Russia. Sventato attentato contro Putin, oggetto di ampie contestazioni
In Russia, è stato sventato un attentato contro il premier Vladimir Putin, candidato
alle presidenziali del 4 marzo prossimo. Secondo fonti locali, confermate dal Cremlino,
le forze speciali russe e ucraine hanno arrestato un gruppo di tre militanti ceceni,
già nella lista dei ricercati internazionali, che miravano ad assassinare il premier
dopo le elezioni. Gli uomini sono attualmente detenuti a Odessa, in Ucraina. Intanto,
continuano le contestazioni dell’opposizione. Al microfono di Massimiliano Menichetti,l’esperto di Russia, il prof. Vittorio Strada, docente di Lingua
e letteratura russa all'Università Ca' Foscari di Venezia:
R. - Sì, si
sta creando un’atmosfera molto tesa. Forse c'è stata una congiura, un complotto per
questo attentato. Altri pensano, invece, che sia stato congegnato come mossa, come
azione della campagna elettorale pro-Putin. Tutti avvertono - sia gli oppositori del
regime, sia i rappresentanti del regime stesso, Putin in testa - che si tratta di
un’elezione di estrema importanza: sia sul piano interno, sia per la politica internazionale.
D. - Professore, a Mosca - una delle città più rappresentative - secondo il
Ministero dell’interno, 11 mila persone sono scese in piazza pacificamente contro
Putin, per chiedere anche elezioni libere e secondo gli organizzatori invece 40 mila…
R. - C’è una mobilitazione da parte dell’opposizione extraparlamentare - o
"extrasistema", come viene detto in Russia - che è stata una novità anche per il regime
stesso. Tale mobilitazione è cresciuta in questi ultimi due mesi e si sta intensificando
in questi ultimi giorni. D. - A queste manifestazioni si contrappongono quelle
di Putin: una settimana fa, 100 mila persone, 130 mila secondo gli organizzatori,
sono convenute nello stadio di Mosca. Tutti i sondaggi danno per vincente l’attuale
premier…
R. - Gli oppositori contano soltanto sulle proprie forze e sulla spontaneità
dell’adesione, minoritaria indubbiamente. Le manifestazioni più massicce sono quelle
sostenute dal potere e quelle sono veramente - diciamo - più di massa, perché agisce
un sistema che è alle spalle di Putin. Putin non è una specie di superuomo, ma ha
alle spalle un sistema di potere: economico, finanziario, politico, industriale, militare.
Si tratterà di vedere gli incerti come voteranno e quello che avverrà in questi giorni,
in questa settimana precedente le elezioni: se ci saranno colpi di scena, atti e capaci
di agire e influenzare quel margine di persone oscillanti tra la promessa di stabilità
e di potenza statale e militare, promessa garantita da Putin, e invece le forze dell’opposizione
che considerano quella di Putin una politica disastrosa, che porterà prima o poi la
Russia a una situazione insostenibile.
D. - Sul fronte interno, Putin sta
incassando anche l’appoggio sul riarmo del Paese: uno scenario possibile?
R.
- C’è una politica di riarmo grandiosa: 23 trilioni di rubli sono stati dichiarati.
Putin ha fatto tutta la propaganda su questo: è uno dei suoi punti di forza perché
considera la Russia sola, isolata, di fronte all'America e alla Nato che vorrebbero
ridurne la potenza. La prospettiva del riarmo e della ripresa in forza del complesso
industriale-militare certamente conterà sul futuro del Paese.
D. - Per quanto
riguarda lo sguardo sulla politica estera, la Russia sta giocando un ruolo di "equilibrismo"
sia nella situazione in Iran, sia nella situazione in Siria…
R. - Putin ha
dichiarato che la Russia non è interessata all’ampliamento del "club" delle potenze
nucleari, qualunque esse siano, anche nel caso dell’Iran, perché questo comporterebbe
dei rischi generali che investirebbero la Russia stessa. Ma naturalmente non vuole
cedere e, di fatto, sostiene a spada tratta l’Iran, insieme alla Cina, e sostiene
il governo di Assad, in Siria. Putin ha parlato di diritti umani come di una campagna
demagogica dell’Occidente… C’è quindi questa atmosfera molto tesa e nei prossimi giorni
la situazione si farà ancora più complessa per questa battaglia cruciale per la democrazia
nella Federazione Russa. (mg)