2012-02-27 15:03:59

Presidenziali in Russia. Sventato attentato contro Putin, oggetto di ampie contestazioni


In Russia, è stato sventato un attentato contro il premier Vladimir Putin, candidato alle presidenziali del 4 marzo prossimo. Secondo fonti locali, confermate dal Cremlino, le forze speciali russe e ucraine hanno arrestato un gruppo di tre militanti ceceni, già nella lista dei ricercati internazionali, che miravano ad assassinare il premier dopo le elezioni. Gli uomini sono attualmente detenuti a Odessa, in Ucraina. Intanto, continuano le contestazioni dell’opposizione. Al microfono di Massimiliano Menichetti, l’esperto di Russia, il prof. Vittorio Strada, docente di Lingua e letteratura russa all'Università Ca' Foscari di Venezia:RealAudioMP3

R. - Sì, si sta creando un’atmosfera molto tesa. Forse c'è stata una congiura, un complotto per questo attentato. Altri pensano, invece, che sia stato congegnato come mossa, come azione della campagna elettorale pro-Putin. Tutti avvertono - sia gli oppositori del regime, sia i rappresentanti del regime stesso, Putin in testa - che si tratta di un’elezione di estrema importanza: sia sul piano interno, sia per la politica internazionale.

D. - Professore, a Mosca - una delle città più rappresentative - secondo il Ministero dell’interno, 11 mila persone sono scese in piazza pacificamente contro Putin, per chiedere anche elezioni libere e secondo gli organizzatori invece 40 mila…

R. - C’è una mobilitazione da parte dell’opposizione extraparlamentare - o "extrasistema", come viene detto in Russia - che è stata una novità anche per il regime stesso. Tale mobilitazione è cresciuta in questi ultimi due mesi e si sta intensificando in questi ultimi giorni.
D. - A queste manifestazioni si contrappongono quelle di Putin: una settimana fa, 100 mila persone, 130 mila secondo gli organizzatori, sono convenute nello stadio di Mosca. Tutti i sondaggi danno per vincente l’attuale premier…

R. - Gli oppositori contano soltanto sulle proprie forze e sulla spontaneità dell’adesione, minoritaria indubbiamente. Le manifestazioni più massicce sono quelle sostenute dal potere e quelle sono veramente - diciamo - più di massa, perché agisce un sistema che è alle spalle di Putin. Putin non è una specie di superuomo, ma ha alle spalle un sistema di potere: economico, finanziario, politico, industriale, militare. Si tratterà di vedere gli incerti come voteranno e quello che avverrà in questi giorni, in questa settimana precedente le elezioni: se ci saranno colpi di scena, atti e capaci di agire e influenzare quel margine di persone oscillanti tra la promessa di stabilità e di potenza statale e militare, promessa garantita da Putin, e invece le forze dell’opposizione che considerano quella di Putin una politica disastrosa, che porterà prima o poi la Russia a una situazione insostenibile.

D. - Sul fronte interno, Putin sta incassando anche l’appoggio sul riarmo del Paese: uno scenario possibile?

R. - C’è una politica di riarmo grandiosa: 23 trilioni di rubli sono stati dichiarati. Putin ha fatto tutta la propaganda su questo: è uno dei suoi punti di forza perché considera la Russia sola, isolata, di fronte all'America e alla Nato che vorrebbero ridurne la potenza. La prospettiva del riarmo e della ripresa in forza del complesso industriale-militare certamente conterà sul futuro del Paese.

D. - Per quanto riguarda lo sguardo sulla politica estera, la Russia sta giocando un ruolo di "equilibrismo" sia nella situazione in Iran, sia nella situazione in Siria…

R. - Putin ha dichiarato che la Russia non è interessata all’ampliamento del "club" delle potenze nucleari, qualunque esse siano, anche nel caso dell’Iran, perché questo comporterebbe dei rischi generali che investirebbero la Russia stessa. Ma naturalmente non vuole cedere e, di fatto, sostiene a spada tratta l’Iran, insieme alla Cina, e sostiene il governo di Assad, in Siria. Putin ha parlato di diritti umani come di una campagna demagogica dell’Occidente… C’è quindi questa atmosfera molto tesa e nei prossimi giorni la situazione si farà ancora più complessa per questa battaglia cruciale per la democrazia nella Federazione Russa. (mg)







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