Oggi la Marcia della Penitenza nella diocesi di Locri Gerace
Nella prima domenica di Quaresima la diocesi di Locri Gerace propone ai giovani la
decima Marcia della Penitenza che, all’insegna dello slogan “Amate la pace.. amate
il bene comune”, promuove una riflessione sul ruolo dei cattolici in una società
funestata dalla criminalità organizzata e sul rapporto tra fede e vita. Massimo
Pittarello ha chiesto al vescovo, mons. Giuseppe Fiorini Morosini, le ragioni
dell’importanza di tale riflessione:
R. – Il cattolico
deve riscoprire l’importanza della coerenza tra fede e vita e il gravissimo problema
che, in Italia, oggi viviamo: non a caso tra le motivazioni che il Papa ha dato all’Anno
della fede c’è proprio quella di richiamare i cristiani a questa coerenza tra fede
e vita. Per noi, qui al sud d’Italia, è un problema molto sentito, molto forte perché,
dinanzi a manifestazioni religiose che sono abbastanza numerose, come riscontro abbiamo
un tasso di illegalità molto elevato. Quindi, si comprende bene che quel Vangelo,
che dovrebbe essere alla base delle manifestazioni religiose, in realtà poi non è
alla base delle scelte di vita. Avere cristiani veramente impegnati nella vita di
ogni giorno: è chiaro che questo sarà di forte richiamo per tutte le persone che si
porranno poi degli interrogativi.
D. – In un momento di crisi economica, la
disoccupazione e la precarietà creano terreno fertile per la ‘ndrangheta?
R.
– Il problema della disoccupazione, qui, è uno dei gravi problemi la cui soluzione
sarebbe veramente l’azione antimafia, perché la mafia non si combatte con la polizia,
o solo con la polizia, né tantomeno solo con le manifestazioni di piazza. L’antimafia,
la guerra alla ‘ndrangheta la si conduce in porto se funziona l’aspetto educativo,
se il giovane ha speranza di trovare lavoro nella propria realtà, se ci sono strutture
sociali capaci di far crescere i giovani. Ed è in questo contesto che si può sviluppare
una vera azione contro la ‘ndrangheta. E’ chiaro che quando mancano queste strutture,
quando mancano questi aiuti, quando i giovani per realizzarsi devono andar fuori –
ecco l’emigrazione che ancora continua, soprattutto l’emigrazione dei cervelli – è
chiaro che, se non sono disposti a fare questo salto e vogliono rimanere nella terra,
l’allettamento del denaro facile è una tentazione. (gf)