Lo sterminio nazista dei disabili in una mostra a Roma
La tragedia delle pratiche di uccisione condotte dai nazisti sulle persone con disabilità,
gli esperimenti medici effettuati sui bambini e infine il dopoguerra con il processo
di Norimberga ai medici del Terzo Reich. Sono i temi della mostra“In Memoriam Aktion
T4”, alla Casa della Memoria e della Storia di Roma. Attraverso documenti e fotografie,
l’esposizione racconta questa parentesi, spesso dimenticata, della politica di sterminio
nazista. Ma che cos’era la ‘Aktion T4’? Irene Pugliese ne ha parlato con Silvia
Cutrera, presidente della onlus “Agenzia della vita indipendente”, tra i curatori
della mostra:
R. - L’azione
si sviluppò con una lettera nel 1939; una lettera scritta da Hitler, con la quale
veniva data un’indicazione di praticare una morte pietosa nei confronti delle persone
considerate incurabili. In realtà era una forma di “eutanasia camuffata”, nel senso
che si trattava in realtà di vero e proprio omicidio. Riguardò poi successivamente
le persone che erano ricoverate soprattutto negli istituti psichiatrici. Fu una vera
azione di eliminazione: in quel periodo, furono uccise all’incirca 70 mila persone.
D. - Questa è una terribile parentesi dello sterminio nazista, ma poco conosciuta…
R.
- Non aver approfondito, fin dall’inizio, le origini di questa messa a morte nei confronti
di altri gruppi di persone ha rappresentato una lacuna da parte di chi ha fatto storia
…
D. - Anche perché si può dire che l’‘Aktion T4’ abbia rappresentato in scala
ridotta “la prova generale” per la messa a punto dell’Olocausto …
R. - Sì,
perché chi avrà l’opportunità di visitare la mostra, seguirà pannello dopo pannello
proprio la stessa identica metodica che poi fu applicata nella soluzione finale: c’è
un primo censimento, seguito da un’analisi di questi questionari ad opera di funzionari
che selezionavano le persone che poi venivano trasportate in questi centri di uccisione.
Quindi ritroviamo la stessa identica procedura burocratica, formale, industriale,
tipica della modernità di quel tempo, che poi verrà applicata con il popolo ebraico.
D.
- Nel processo di Norimberga successivo alla guerra, invece, questi medici come furono
puniti per tale azione?
R. - Al processo di Norimberga, l’appendice che riguardò
i medici nazisti in realtà si limitò ad addossare loro alcune responsabilità. Per
gli altri responsabili di questa ‘Aktion T4’ - tra l’altro successivamente, dopo il
1941 - che viene definita “eutanasia selvaggia”, le pene che vennero comminate furono
ridotte rispetto alle responsabilità. Alcuni medici continuarono a lavorare negli
ospedali tedeschi oppure in Austria, a Vienna ad esempio. (bi)