2012-02-26 14:26:11

Attacco in Nigeria contro una chiesa protestante a Jos. Tre i morti, circa 40 i feriti. Sospetti sui Boko Haram


Un nuovo attentato ha scosso questa mattina la regione di Jos, nello Stato del Plateau, in Nigeria. Uomini armati hanno fatto irruzione nella sede della “Chiesa di Cristo nella Nigeria”, uccidendo 3 fedeli e ferendone altri 38. Nella zona resta aperto il conflitto tra la popolazione locale di etnia berom e gli haussa venuti dal nord, ma l’attacco anche stavolta sembra essere riconducibile alla setta estremista islamica dei Boko Haram. Lo conferma Patrick Tor Alumuku, direttore del dipartimento di Comunicazione sociale dell’Arcidiocesi di Abuja, intervistato da Cecilia Seppia:RealAudioMP3

R. – In questo momento si pensa che il responsabile sia Boko Haram. Infatti, l’informazione che ho avuto poco fa dice che questi terroristi sono arrivati lì e hanno colpito il personale della sicurezza prima di entrare in chiesa.

D. – Quindi, la stessa modalità con cui operano sempre, cioè si coprono il volto, entrano armati e attaccano in maniera devastante …

R. – Esatto: sono loro. Si dice che questo gruppo terroristico in realtà sia legato ad Al Qaeda del Nord Africa: hanno lo stesso modo di operare, che vuole colpire al cuore i cristiani.

D. – Ci sono vittime tra i fedeli, anche diversi feriti. Che Chiesa è quella di "Cristo nella Nigeria"?

R. – E’ una Chiesa protestante, non pentecostale; è una Chiesa di tipo luterano.

D. – Come ha reagito il governo a questa serie di attacchi sanguinosi? E cosa fa la Chiesa, come la Chiesa segue questi attentati?

R. – Il governo sta facendo di tutto per limitare questa situazione, per alzare il livello di sicurezza. Da parte sua, la Chiesa sta cercando di aumentare il livello di sicurezza in tutti gli edifici di culto: all’entrata e all’uscita e nelle strade limitrofe. Quindi, in realtà non è facile per queste persone raggiungere una chiesa, soprattutto la domenica. Però, se gli attentatori arrivano armati non è impossibile che riescano a fare quello che hanno fatto oggi a Jos.

D. – Rimane sempre aperta, poi, la questione del dialogo tra cristiani e musulmani: questo è un altro fronte sul quale la Chiesa continua ad impegnarsi …

R. – Non si può mai negare l’importanza del dialogo. Da parte della Chiesa si fa ogni cosa possibile. Questo è un tema molto caldo anche tra i cristiani. Poi, c’è un altro aspetto interessante ed è che, tra gli stessi musulmani, ci sono quelli che non accettano che questo gruppo terrorista islamico provenga dalla loro parte. Secondo loro, non fa parte dell’islam questo Boko Haram, e per questo loro non amano che siano definiti “musulmani”. Noi diciamo loro: “Ma se loro stessi sostengono di essere musulmani, dovete essere voi a cercare di fermarli”!

D. – Lì in Nigeria la gente come vive: ha paura di questi continui attacchi? C’è un clima di tensione molto forte, che si sta inasprendo …

R. – A nord c’è questa sensazione di paura, perché nessuno vuole vivere in un posto dove c’è mancanza di sicurezza, dove esplodono le bombe, dove c’è rischio per la vita. Ci sono cristiani che dal nord, dallo Stato di Yobe e da Maiduguri [nello Stato di Borno], stanno scendendo verso il centro-sud, verso Jos [Plateau] e adesso verso Abuja: aumenta da una settimana all’altra il numero delle persone, delle macchine; le strade sono piene proprio perché ci sono tante persone che stanno scendendo dal nord verso il centro, verso la capitale. (gf)







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