Mons. Miglio nuovo arcivescovo di Cagliari: più solidarietà in tempo di crisi
Benedetto XVI ha nominato mons. Arrigo Miglio, finora vescovo di Ivrea, nuovo
arcivescovo di Cagliari. Succede a mons. Giuseppe Mani che ha rinunciato al governo
pastorale della diocesi per sopraggiunti limiti d’età. Piemontese, 70 anni, il nuovo
arcivescovo di Cagliari è attualmente presidente del Comitato scientifico e organizzatore
delle Settimane Sociali dei Cattolici Italiani. Al microfono di Alessandro Gisotti,
mons. Miglio confida le sue emozioni per questa importante nomina:
R. – Le emozioni
sono tante, anche perché ho iniziato il mio episcopato proprio in Sardegna, nella
diocesi di Iglesias. Quindi, naturalmente si affacciano tanti ricordi, tante persone
… Il sentimento è di riconoscenza per quanto ricevuto nei primi anni del mio episcopato
ad Iglesias dalla fede della Chiesa in Sardegna e dalla cultura della regione della
Sardegna. Il terzo sentimento è la trepidazione, perché il campo della missione che
il Santo Padre mi affida è davvero vasto e impegnativo. Ma sono confortato dall’incoraggiamento
che mi è venuto dal Papa e dai suoi collaboratori, e dall’incoraggiamento anche che
mi viene da tante persone che stanno pregando e che mi hanno fatto sapere la loro
vicinanza fraterna e orante.
D. – Cosa porterà a Cagliari da Ivrea?
R.
– Anzitutto la solidarietà. Anche a Ivrea e nel Canavese non stanno vivendo un momento
facile. La Sardegna vive un momento difficile: nei giorni scorsi i giornali hanno
descritto una situazione molto pesante, che peraltro un po’ conoscevo dalla visita
del presidente Napolitano. Ecco: vorrei proprio portare anzitutto questa solidarietà
Nord-Sud, e questa solidarietà deve aiutarci a capire le radici vere della crisi e
quindi la "terapia" vera per la crisi, che è culturale e spirituale. Abbiamo bisogno
di una terapia dello spirito, del cuore. Vorrei portare questa convinzione che mi
sono fatto proprio in questi anni qui, ad Ivrea. Quando sono arrivato, 13 anni fa,
c’era già la crisi, era già finita la grande esperienza Olivetti. Ma in questi anni,
ho potuto approfondire meglio, proprio vivendo le difficoltà della mia regione, anche
quanto ci dice – ad esempio – la “Caritas in Veritate” sulle vere cause della crisi.
D.
– In questo impegno le sarà sicuramente utile la sua esperienza appassionata come
presidente del Comitato per le Settimane sociali...
R. – Questo è davvero un
motivo di conforto! Devo dire che questi anni di lavoro con il Comitato delle Settimane
sociali, che non finirò mai di ringraziare, sono stati per me una scuola importante,
un orizzonte che mi ha aiutato a vivere i problemi della diocesi in un orizzonte ecclesiale
e sociale più ampio. Questo lo porto volentieri anche in Sardegna e sono certo che
aver vissuto il ponte tra Piemonte e Sardegna possa aiutare anche l’esperienza delle
Settimane sociali ad essere fermento, lievito di unità e di solidarietà in un Paese
che ha bisogno di essere unitario e unito. (gf)