2012-02-25 16:03:34

Gioco d'azzardo, una piaga sociale pubblicizzata da spot ingannevoli


La falsità “sistematica di certa pubblicità è delittuosa. E' un attentato alla società”. Così il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della CEI intervenuto ad un convegno a Genova sul gioco d'azzardo. La gravità di questa piaga che riguarda due milioni di giocatori, 800 mila dei quali compulsivi, viene spesso edulcorata da spot che promettono facili guadagni e la possibilità di realizzare sogni impossibili. Slogan come “Se non giochi non vinci”, “Gioca il giusto”, “Lasciateci sognare” sono ingannevoli e “violano il rispetto della personalità umana” secondo Maurizio Fiasco, sociologo, esperto di gioco d’azzardo della Consulta Nazionale Antiusura. Paolo Ondarza lo ha intervistato:RealAudioMP3

R. - È una pubblicità che vuole ristrutturare l’io, la personalità, la condizione esistenziale della persona. È su questo aspetto che fa leva e dobbiamo dirlo, purtroppo, con successo.

D. - Questo tipo di pubblicità rappresenta in qualche modo l’anticamera per la dipendenza dall’azzardo?

R. – Certo, perché va ad inserirsi nell’idea che la persona si fa della sua quotidianità, del suo destino. Insomma, è una pubblicità che viola profondamente il rispetto della personalità umana.

D. - Desta poi perplessità, la distribuzione, da parte dei Monopoli di Stato, di un opuscolo per spiegare agli studenti nelle scuole, il concetto di gioco responsabile. I ragazzi, in sintesi, compilano un test, al termine del quale, chi è contrario al gioco, viene definito “bacchettone”.

R. - Esatto. Alla fine colui che appunto non gioca, che è responsabile, viene definito come un conformista, un bacchettone, come una persona che non è avvezza al rischio.

D. - Andrebbe ripensata anche la terminologia: perché continuare a chiamarlo gioco, un termine che invece evoca divertimento, spensieratezza, svago?

R. - Il gioco è un’attività libera, che si svolge in tempo e in uno spazio ad esso assegnato, non finalistico, che non ha altro scopo che se stesso. Se lo scopo del gioco è invece il denaro, smette di essere un gioco. Bisognerebbe utilizzare l’espressione più appropriata di “azzardo.”

D. - Mentre poco si fa, per far passare il concetto che l’azzardo è una piaga…

R. - L’Organizzazione Mondiale della Sanità l’ha definita come una grave sofferenza neurologica. Il gioco non utilizza delle sostanze stupefacenti, ma gli effetti dinamici sono assolutamente identici. Se quindi lo Stato lo riconoscesse come patologia, metterebbe anche dei presidi giuridici a tutela della persona. Se questo riconoscimento non c’è, non c’è neanche la risarcibilità delle sofferenze inflitte. Insomma, siamo ancora in una condizione di completa mancanza di regole in Italia.

D. - Troppi interessi economici in ballo: lo scorso anno, sono stati bruciati nell’azzardo circa 80 miliardi, il doppio della manovra “salva Italia” del governo Monti.

R. - Si è costruito un sistema finanziario montato sul gioco, che ruota intorno al gioco d’azzardo. E se non lo diciamo in maniera schietta, non troveremo le soluzioni per uscire da questa situazione. (bi)







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