Presidenziali in Senegal: il cardinale Sarr auspica elezioni pacifiche e regolari
Vigilia elettorale di grave tensione in Senegal. L’opposizione al presidente Abdoulaye
Wade denuncia il rischio che quelle del 26 febbraio siano elezioni non libere e regolari.
Contestata anche la modifica costituzionale che consente al capo di Stato uscente
di ripresentarsi per un terzo mandato, mentre al popolare musicista pop, Youssou N’Dour,
rimasto ferito in una recente manifestazione di piazza, la Corte Suprema ha impedito
di concorrere per l’alta carica, a causa di irregolarità nella presentazione della
sua candidatura. In molti, chiedono addirittura un rinvio delle consultazioni. Probabile
una mediazione tra le parti della Nigeria. Saranno comunque almeno tremila gli osservatori,
nazionali ed esteri, chiamati a controllare il corretto andamento di votazioni e scrutini.
Sulla situazione, che si sta vivendo nell’ex colonia francese, Giancarlo La Vella
ha intervistato l’arcivescovo di Dakar, il cardinale Theodore Adrien Sarr:
D. – Riguardo
alle elezioni, qual è la situazione in Senegal?
R. – La situation est très
difficile, actuellement: c’est très tendue …La situazione, attualmente, è molto difficile,
c’è molta tensione. Cerchiamo di fare il possibile per abbassare la tensione e perché
la pace torni negli animi e nei cuori, ma sarà molto, molto difficile. Cerchiamo ancora
di incontrare le persone e di parlare, ma non è facile e l’ottimismo, oggi, non è
all’ordine del giorno.
D. – La popolazione come sta vivendo questo momento?
R.
– La population est divisé … On ne peut pas nier que le président a des … La popolazione
è divisa … Non si può negare che il presidente abbia una parte della cittadinanza
che sostiene la sua candidatura e che voterà per lui, ma c’è anche un’altra parte,
altrettanto importante, che è contraria alla sua candidatura. Questi sono attualmente
i due schieramenti. Non è facile dire, in questo momento, quale dei due sia più numeroso
o più forte, ma è evidente che la parte della popolazione che si oppone alla sua candidatura
è importante. Non sono in grado di valutare, se questa sia prevalente. Soltanto elezioni
oneste e regolari potranno dimostrare chi detiene la maggioranza.
D. – C’è
una possibilità che le parti si accordino?
R. – Oui, nous essayons de voir
s’il y avait encore moyen que les responsables … Sì, noi continuiamo nel nostro
tentativo di fare incontrare i responsabili politici, anche in questi giorni, per
dare inizio ad un dialogo che consenta almeno di tentare di uscire dalla crisi. Noi
lo chiederemo con forza, anche se non è detto che la nostra richiesta sarà accolta.
La speranza è che si apra un confronto tra i diversi partiti politici, o meglio, tra
i diversi responsabili politici, affinché loro stessi, insieme e magari con l’aiuto
di osservatori esterni aiutino a trovare una via d’uscita. E’ necessario che il dialogo
si apra subito, oggi stesso.
D. – In questo momento così difficile, qual è
il ruolo della Chiesa?
R. – Le rôle de l’Eglise … l’Eglise avait déjà fait
une déclaration le 11 janvier, … Il ruolo della Chiesa era stato reso noto già
l’11 gennaio scorso in un messaggio dei vescovi del Paese, nel quale si chiedeva di
fare il possibile, affinché le elezioni si potessero svolgere in modo trasparente,
chiaro e libero, perché i risultati non potessero essere contestati. Avevamo poi anche
lanciato un appello a tutti, ai leader religiosi, agli uomini politici, alla società
civile, ai giornalisti, perché tutti contribuissero alla pace attraverso elezioni
pacifiche e regolari. Tutto questo sembra non essere stato ascoltato. Nello stesso
messaggio avevamo anche affermato la necessità di rispettare la Costituzione nel suo
spirito e nella sua lettera. In ogni caso, la Chiesa è presente. Ieri abbiamo avuto
un incontro con il presidente. Farò un’ulteriore dichiarazione a nome dei vescovi,
per ricordare quanto sia assolutamente necessario un dialogo che ci aiuti a trovare
il modo di uscire dalla crisi. La Chiesa può parlare, può tentare di prendere delle
iniziative, ma se poi non è ascoltata, non sarà colpa sua. (gf)