L'impegno della Caritas dalle povertà in Italia alla crisi nel Sahel: intervista con
don Soddu
Con l’insediamento ufficiale del nuovo direttore della Caritas Italiana, mons.
Francesco Soddu, si sono conclusi i lavori del Consiglio Nazionale dell’organismo
pastorale della Conferenza episcopale italiana. Nel corso della due giorni, i delegati
regionali si sono confrontati sulle prospettive di impegno pastorale per l'anno in
corso relative alle principali emergenze nazionali ed internazionali. Cristina
Bianconi ha intervistato mons. Soddu:
R. – Le priorità
emerse dal Consiglio sono la situazione sociale italiana, l’appello di Caritas Europa
a proposito della Grecia, l’emergenza-sbarchi dal Nord Africa, la carestia nel Corno
d’Africa, l’emergenza nel Sahel e l’impegno di Caritas ad Haiti. Inoltre, le drammatiche
condizioni delle strutture carcerarie, le prospettive del servizio civile e l’incentivare
forme diverse dal servizio civile per quanto riguarda l’impegno dei giovani.
D.
– Come accennava, il Consiglio ha manifestato il suo sostegno a Caritas Grecia. Quali
interventi sono stati previsti?
R. – Per il momento, una boccata d’ossigeno
per quanto riguarda un volano iniziale per la Caritas Grecia, che si sta impegnando
nel far uscire le persone dalla disperazione. Poi, contestualmente, consentire anche
una sorta di accompagnamento per progettualità che siano a medio lungo termine, in
vista di una liberazione dalla situazione.
D. – Faceva riferimento, inoltre,
a due grandi emergenze internazionali: la carestia nel Corno d’Africa e l’impegno
ad Haiti...
R. – Per quanto riguarda l’impegno ad Haiti, c’è il monitoraggio
dei progetti già in atto ed in via di finanziamento. Per quanto riguarda, invece,
l’emergenza del Corno d’Africa si è molto cauti perché la situazione è difficile dal
punto di vista politico e quindi l’intervento della Caritas si pone sempre in stretto
contatto con quelli che sono i vescovi o le nunziature in loco.
D. – Si è parlato
della difficile condizione in cui versano le strutture carcerarie. Cosa pensa di questa
situazione e del recente decreto “salva-carceri”?
R. – Caritas italiana, per
quanto riguarda il decreto “salva-carceri”, si impegna nella promozione di tutto quello
che possa concorrere alla promozione della persona e al sostegno sempre attivo di
quelli che sono gli operatori in campo, dai cappellani a tutti gli assistenti volontari.
D.
– E’ emersa con forza la necessità di prendere in esame la situazione sociale in Italia.
Com’è cambiato l’operato della Caritas, in rapporto proprio alla crisi economica?
R.
– Innanzitutto, è quello di sostenere gli operatori esposti in prima linea sul fronte
delle crescenti povertà, in un periodo di crisi ormai generalizzata. E poi anche quello
di avviare una riflessione più globale su quale modello di stato sociale sia necessario
e quale tutela per le persone, in particolare per gli ultimi. (vv)