Spazio nel web per i giovani stranieri nati in Italia: è il progetto Istat "Noi più
dieci"
Si chiama “Noi più dieci” il progetto promosso dall’Istat e rivolto alle “seconde
generazioni”, i ragazzi nati in Italia da genitori stranieri o da rifugiati, o cresciuti
nel nostro Paese. A loro – fino al 29 febbraio – l’Istat chiede di raccontare il
futuro che hanno in mente per sé e per l’Italia da qui a dieci anni. Il servizio è
di Davide Maggiore:
I sogni, i
desideri, la professione che immaginano di svolgere, il luogo in cui vivranno: sono
questi i temi su cui i ragazzi stranieri nati in Italia potranno esprimersi, sfruttando
tutti i mezzi di comunicazione. Oltre che con i testi scritti, sarà possibile partecipare
anche con contributi video e audio e persino con un semplice messaggio sms inviato
dal cellulare. I lavori saranno poi pubblicati in rete sul canale Youtube del censimento,
nella pagina dedicata a “Noi più dieci”, sul sito dell’Istat. A diffondere i materiali
sul web contribuirà, oltre all’Istat, anche la Rete G2 Seconde Generazioni: creata
nel 2005, l’Associazione collabora alla realizzazione del progetto. Uno dei rappresentanti
della Rete, Ezequiel Iurcovich, ha spiegato come immagina il quadro che sarà
delineato dai contributi:
“Un’immagine fatta di tanti piccoli gesti quotidiani,
anche sogni e aspirazioni quotidiane, sogni diversi, accomunati dall’esperienza di
vita che si svolge oggi in Italia”.
Un’Italia in cui i ragazzi di seconda
generazione rappresenterebbero, se presi insieme, una città delle dimensioni di Napoli,
con circa un milione di abitanti. Un’Italia che è anche il Paese in cui questi giovani
hanno trascorso tutta o quasi la loro vita. Lo spiega ancora Ezequiel Iurcovich:
“Le
seconde generazioni non sono emigrate, perché o sono nate in Italia oppure sono arrivate
in Italia quando erano piccole, al seguito dei propri genitori, all’età di due, tre,
quattro o cinque anni, ma che in Italia hanno seguito tutto il percorso scolastico”.
Il
valore dell’iniziativa “Noi più dieci”, che costituisce una sorta di corollario del
censimento 2011, va quindi oltre le statistiche. E’ Michela Paciello, referente
Istat per il progetto, a chiarire che importanza ha questo sguardo posato sulla realtà
delle seconde generazioni:
“E’ una presenza, di cui è importante non solo
rilevare la consistenza numerica, ma anche, in qualche modo, riconoscerne le aspirazioni
e le ambizioni. E’ un’opportunità ulteriore per conoscerci e per favorire comunque
una coabitazione serena e costruttiva”. (ap)